Tutta la verità: il delitto di Avetrana stasera su Nove

Stasera su Nove alle 21:30 torna Tutta la verità con una delle puntate più discusse e seguite: quella, andata in onda nel 2018, dedicata al delitto di Avetrana.

Stasera su Nove, alle 21:30, torna Tutta la verità, il programma di approfondimento giudiziario che si occuperà del delitto di Avetrana. La puntata, andata in onda per la prima volta nel 2018, ha fatto molto discutere: per la prima volta la mamma di Sarah Scazzi, davanti alla telecamere, ha espresso dei dubbi sulla colpevolezza della sorella, Cosima Serrano.

Il delitto di Avetrana

Il 26 agosto del 2010 la madre di Sarah, una ragazzina bionda di quindici anni, denunciò la sua scomparsa da Avetrana, paesino nei pressi di Taranto. Inizialmente si pensò ad una fuga o ad un sequestro (non a scopo di estorsione ma in seguito ad un adescamento da parte di un uomo su Facebook) e per più di un mese le ricerche andarono avanti in quella direzione. I familiari e i parenti di Sarah (tra cui sua cugina Sabrina) lanciarono diversi appelli in TV, fino al 29 settembre, il giorno in cui il telefono di Sarah venne ritrovato in un campo nei pressi della sua abitazione. Lo zio della ragazzina, Michele Misseri affermò di essere in grado di riuscire a trovare Sarah e qualche giorno dopo, il 9 ottobre confessò (dopo diverse ore di interrogatorio) di aver ucciso Sarah dopo un tentativo di stupro e di aver nascosto il suo cadavere in un pozzo situato nelle campagne.

La conferma del ritrovamento del cadavere della ragazza fu data durante la trasmissione Chi l'ha visto, proprio mentre i familiari erano in diretta. Una scelta che sollevò un vespaio di polemiche. Qualche giorno dopo però, Misseri ritrattò la sua confessione e le indagini degli inquirenti si concentrarono su Sabrina Misseri e in particolare su una questione di gelosie tra la ragazza e sua cugina in merito ad un ragazzo con cui Sabrina aveva avuto una fugace relazione. Nelle settimane successive, il padre Michele accusò Sabrina di aver ucciso Sarah nel loro garage e di averlo chiamato in seguito per chiedergli di occultarne il cadavere. L'accusa si focalizzò definitivamente su Sabrina e sua madre Cosima.

Il processo (che si tenne a gennaio 2012) vide come principali imputati Sabrina, Cosima Serrano e Michele Misseri. La ragazza era accusata di omicidio volontario, mentre sua madre e suo padre rispettivamente di concorso in omicidio e occultamento di cadavere. Alla fine del processo - lungo, travagliato e ostacolato da nuove ritrattazioni di Michele Misseri - Cosima e Sabrina furono condannate all'ergastolo mentre Misseri fu condannato a otto anni per occultamento di cadavere. Ulteriori condanne di minore entità sono state distribuite tra altri parenti dei Misseri, sempre relativamente all'occultamento di cadavere.