L'organizzazione Parents Television Council ha chiesto a Netflix di posticipare la data di uscita in streaming della seconda stagione della serie Tredici.
Il gruppo vorrebbe infatti che alcuni esperti avessero il tempo di visionarla per "determinare se la sua visione è sicura per un pubblico che comprende prevalentemente i minorenni".
Lo show tratto dal romanzo di Jay Asher ha suscitato dopo il suo debutto numerose critiche, oltre a molte lodi, per aver mostrato in modo realistico la difficile tematica del suicidio tra gli adolescenti.
Leggi anche:
Netflix, per verificare il modo in cui gli adolescenti e i genitori hanno reagito alla visione della serie, ha commissionato uno studio che ha portato all'ideazione di un video introduttivo che sarà posizionato all'inizio di ogni puntata in cui il cast ricorda la natura della serie e indica a chi rivolgersi se ci si trova ad affrontare situazioni simili a quelle vissute dai personaggi. L'American Foundation of Suicide Prevention ha inoltre creato una guida utile a discutere del contenuto delle puntate e in streaming sarà disponibile anche un aftershow a cui parteciperanno gli interpreti, i produttori e alcuni esperti con lo scopo di affrontare e spiegare i temi mostrati nelle puntate.
I portavoce di PTC hanno però richiesto altri interventi sottolineando: "L'impatto della prima stagione, che si è conclusa con la scena del suicidio dell'adolescente protagonista, è stata potente e intensa: milioni di ragazzi l'hanno guardata, la ricerca su Google della frase "come suicidarsi" è aumentata del 26% e ci sono state delle notizie che riportavano come alcuni ragazzi si siano tolti la vita dopo la sua distribuzione. Non potremmo mai sapere la reale portata di quanto grave sia stata la sua influenza, ma sappiamo che è bastata a far commissione a Netflix una ricerca riguardante il suo impatto sulla vita degli spettatori, in particolare sui più giovani".
L'organizzazione ha dichiarato che vorrebbero inoltre che Netflix modifichi la struttura della sua offerta in modo da prevedere una riduzione del prezzo per chi non vuole accedere ai contenuti destinati a un pubblico più adulto e che i responsabili della piattaforma partecipino a un simposio ideato per capire come "sviluppare e identificare in modo efficace i modi per proteggere i ragazzi e le famiglie".