Il regista Checco Zalone è partito all'attacco per proteggere il suo Tolo Tolo dalla pirateria informatica facendo oscurare 20 siti web. Consapevole del numero di utenti che avrebbero tentato di scaricare il suo film illegalmente dopo il passaggio in sala, Zalone ha anticipato il fenomeno e messo in atto strategie legali anti-pirata già prima dell'uscita del film, il 1° gennaio 2020. Grazie alla sua lungimiranza, sono già stati bloccate decine di siti.
Quasi un mese prima dell'arrivo al cinema di Tolo Tolo, Checco Zalone, Medusa e Taodue avevano già depositato presso il tribunale di Milano un appella per la tutela del diritto d'autore, precisamente era il 24 dicembre. La mossa preventiva punta a combattere alla radice un problema dilagante e diffuso che mina il lavoro di centinaia di operatori del settore.
L'amministratore delegato di Medusa, Giampaolo Letta, insieme a Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt di Taodue, hanno quindi deciso di giocare d'astuzia, affidandosi già a novembre al lavoro di Kopjra, società che si occupa di monitorare Internet alla ricerca di attività illegali, con particolare attenzione alla proprietà intellettuale e la privacy.
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L'attività di Kopjra, in tandem con Fapav, la Federazione contro la pirateria nell'audiovisivo, ha permesso l'individuazione di quasi 40 siti in totale che stavano per lanciare sul web la copia pirata di Tolo Tolo. Grazie all'appello depositato in tribunale da Checco Zalone, sono stati presi provvedimenti per oscurare almeno 18 siti durante il primo raid, mentre un secondo nel mese di gennaio ha mezzo ko altri potenziali 20 accessi a materiale illegale.
Quello del team di Tolo Tolo è stata una manovra difensiva da manuale, che presumibilmente continuerà per assicurare al film il massimo degli incassi possibile, già arrivati a oltre 46 milioni di euro con la sola uscita al cinema.