E' storia vecchia: le star fanno la fila per comparire nelle (rare) opere filmiche di Terrence Malick, e il risultato sono casting da sogno e affollati, che poi il leggendario regista americano non esita a sfrondare senza pietà in sede di montaggio. Con To the Wonder è toccato a Rachel Weisz, che ha appreso in questi giorni (il film di Malick è in gara alla Mostra del cinema di Venezia) la sorte della sua performance: "Pare che la mia parte sia stata tagliata", ha dichiarato l'attrice premio Oscar, "quindi ho avuto l'onore di lavorare con Malick, ma non il piacere di vedermi nell'opera finita". La stessa sorte è toccata, a quanto pare, ad altri interpreti della pellicola, Michael Sheen, Amanda Peet e Barry Pepper; sembra per il momento che le performance di Ben Affleck, Rachel McAdams, Olga Kurylenko, Javier Bardem e Jessica Chastain siano sopravvissute.
To the Wonder, sesto lungometraggio di un regista tanto di culto quanto poco prolifico, narra la vicenda di un uomo che, dopo il traumatico scioglimento del suo matrimonio, ritrova il rapporto con una donna della sua città d'origine. Non è la prima volta che illustri performance restano sul pavimento della sala di montaggio di Malick: era toccato ad esempio a Gary Oldman, a Mickey Rourke, a Billy Bob Thornton e a Martin Sheen nel caso del poetico war movie La sottile linea rossa. Qualcun altro, come Adrien Brody, vide la sua parte ridotta all'osso e non la prese benissimo. E anche la Palma d'Oro dello scorso anno, The Tree of Life, ha suscitato qualche perplessità per come si è discostata dallo script nel final cut in uno dei suoi protagonisti, Sean Penn: "Non capisco che cosa sto facendo in quel film!" (un'opinione che, lo rileviamo per dovere di cronaca, è abbastanza diffusa).
L'elusivo regista, attivo più che mai in questi ultimi anni, ha diversi progetti in fase di lavorazione, tra cui Knight of Cups e Lawless, a cui sono legati, tra gli altri, i nomi di Christian Bale, Cate Blanchett e Natalie Portman. Tutti premi Oscar anche loro. Difficile che gli tocchi la stessa sorte della Weisz, ma a quanto pare con Malick nessuno è al sicuro...