L'arrivo su Netflix del prequel di The Witcher, The Witcher: Blood Origin, modifica molte informazioni provenienti dalla serie originale e in particolare rimescola le carte in tavola sull'origine degli witcher.
The Witcher: Blood Origin ci mostra la prima trasformazione dello witcher (o almeno pensiamo che lo faccia), ma modifica anche la tradizione degli witcher mettendo in discussione l'intero universo della serie Netflix.
Attenzione! Se non volete conoscere spoiler sul plot di The Witcher: Blood Origin non proseguite nella lettura di questa news
The Witcher: Blood Origin segue la storia di Fjall (Laurence O'Fuarain), un elfo guerriero vissuto poco prima della Congiunzione delle Sfere. Insieme a Éile (Sophia Brown) e alcuni altri elfi, tra cui la maga Zacaré (Lizzie Annis), Fjall tenta di impedire al malvagio mago Balor (Lenny Henry) di sfruttare la Magia del Caos per conquistare altri mondi. Ma quando Balor scatena un mostro da uno di questi altri mondi, Fjall deve subire la prima trasformazione da witcher per sconfiggere la creatura e salvare i suoi amici.
Questa è una notevole deviazione dalla storia della serie. Nonostante Blood Origin abbia a che fare con un periodo per lo più inesplorato dell'universo di The Witcher e si svolga all'interno del mondo della serie Netflix piuttosto che in quello dei libri o dei videogiochi, la serie prequel riesce comunque a inserire un cambio nella tradizione che sembra riscrivere totalmente l'origine degli witcher.
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Sulla base di ciò che sapevamo sulla creazione e sulle origini degli witcher, si trattava di un ordine esclusivamente umano. I cacciatori mutati hanno fornito un modo per il mondo in espansione degli umani per proteggere se stessi e i loro piccoli villaggi e insediamenti nei mondi appena congiunti. Altrettanto importante, la loro creazione è stata un lungo e arduo processo degli umani disperati per trovare un modo per proteggersi dai mostri che strisciavano fuori dall'oscurità. Questi primi witcher umani erano figure tragiche, in parte mostri essi stessi, odiati dagli umani e spesso privi del controllo della propria furia necessario per vivere in sicurezza in mezzo a loro. Ma le loro capacità potenziate li rendevano ancora protettori vitali delle persone che li odiavano.
Queste premesse rendono le circostanze della creazione del primo witcher in Blood Origin a dir poco deludenti, come sottolinea Polygon. Il motivo è che i dettagli e i rischi della trasformazione, o anche da dove ha origine, restano per lo più vaghi, come sottolinea la nostra recensione di The Witcher: Blood Origin. Piuttosto che un arduo nuovo processo, o la pericolosa combinazione di diverse magie nel disperato tentativo di proteggere le persone che vivono nella paura dei mostri, sembra semplicemente che Zacaré mescoli una nota serie di erbe e radici per creare il suo siero. E se dobbiamo credere che questo sia solo il primo seme della genesi dello witcher che gli umani avrebbero raccolto in seguito, allora Blood Origin non chiarisce mai le differenze.
Il fatto che il primo witcher sia un elfo, come indica il prequel, sembra avere poca importanza nella serie madre dopo due stagioni. L'organizzazione al tempo di Geralt e Ciri è completamente umana. Il che ci spinge a chiederci quale sia la funzione delle nuove informazioni nella storia più ampia, in particolare della trasformazione di Fjall, in vista dell'arrivo della terza stagione. Questo lo scopriremo (forse) più avanti.