I fortunati spettatori di uno dei cinema americani che proiettano The Hateful Eight ieri sera hanno avuto una gradita sorpresa.
Il regista Quentin Tarantino è apparso presso l'affollato Alamo Drafthouse Cinema di Austin, Texas, prestandosi insieme al fondatore della catena Alamo Tim League per un Q&A post-visione. "Voi ragazzi siete i fortunati!" ha annunciato League nella sala attrezzata per la proiezione in 70mm.
Insieme a Tarantino, ha fatto la sua comparsa anche l'amico e collega Robert Rodriguez, salito anche lui sul palco per discutere del revenge western. "Ero depresso e arrabbiato per un paio di cose che mi sono capitate" ha confessato Tarantino, spiegando da dove gli è derivata l'ispirazione per il film. "Prima d'ora non avevo mai scritto mentre ero depresso e arrabbiato. E credo che vedendo i miei film si capisca. Ho scritto questo film e mi sono sentito molto meglio!"
Tarantino ha poi confermato che la storia di The Hateful Eight era nata come sequel di Django Unchained prima di realizzare che sarebbe stato un errore avere anche un solo personaggio di cui il pubblico si potesse fidare: "Il titolo iniziale era Django in White Hell. All'improvviso, però, ho capito che l'unica cosa sbagliata nella storia era Django. Non ci doveva essere un fulcro morale. Ho capito che doveva essere una stanza piena di cattivi, non ci possiamo fidare di nessuno di loro." Parlando della questione razziale e della sua presenza nel film, il regista ha aggiunto: "Posso dirvi che il genere western non si preoccupa della razza. Ci sono gli indiani, ma per il resto si tende a ignorare la questione. Noi non stavamo cercando di fare un film che avesse un valore morale. Ma il problema è che l'America non ha ancora risolto certe questioni."