The Hateful Eight è nelle sale da pochi giorni e già si è guadagnato una nutrita schiera di detrattori. In molti, infatti, hanno reagito con sdegno di fronte alla violenza mostrata nel film, concentrata soprattutto contro l'unico personaggio femminile, accusando Quentin Tarantino di misoginia e sessismo.
Obiettivo delle violenze, Daisy Domergue, assassina in attesa di andare al patibolo, è magistralmente interpretata da una Jennifer Jason Leigh in odor di Oscar. A molti critici, però, il trattamento subito dal personaggio non è piaciuto.
"A un certo punto "nigger" lascia il posto a "bitch" che diviene l'odioso epiteto dominante e The Hateful Eight muta trasformandosi da esplorazione dell'animo razzista in un'orgia di elaborata e giustificata misoginia" scrive AO Scott del New York Times. "Daisy non ha voce in nessuna delle storie narrate su di lei, e l'unica volta in cui le viene lasciato spazio per un piccolo momento personale, le viene strappato via in un impeto d'ira da un uomo. E' come se fosse intrappolata in una cabina piena di commentatori di internet" ironizza su Vox Todd VanDerWerff. E TIME descrive gli abusi su Daisy come "lo scherzo che si ripete per tutto il film."
Ancora una volta è il produttore e distributore storico di Tarantino, Harvey Weinstein, a ergersi in difesa del regista commentando: "Quest'uomo è per le donne più di chiunque altro. Guardate Uma Thurman in Kill Bill, Pam Grier in Jackie Brown, Mélanie Laurent e Diane Kruger in Bastardi senza gloria. Se ci sono sospetti di misoginia, sediamoci e guardiamo Jackie Brown, alla fine i detrattori diranno 'Ehi, stiamo facendo la figura degli stupidi.'"
La difesa più appassionata di Quentin Tarantino, però, proviene dalla stessa Jennifer Jason Leigh che ha dichiarato: "Io credo che Quentin sia il regista più concentrato sulle donne. E scrive i migliori ruoli per le donne in circolazione. Non è sessista. Non parla di donne descrivendole come vittime delicate. Daisy è un'assassina. Lei è un tipo alla 'Ok, scarica la tua rabbia su di me, non me ne importa niente. Picchiami ancora, non mi frega un accidenti'. Non mostra alcuna vulnerabilità e questa tattica che usa ci dice molto sul suo passato e sulla sua infanzia. Quentin ama le persone, ama gli uomini e ama le donne. Non c'è misoginia nei suoi lavori. E se non lo capite guardando le sue opere, allora c'è qualcosa che non va".