Riuscite a immaginare di applaudire un film per 13 interi minuti per un film? È quello che è successo questa ieri sera a Venezia per The Brutalist di Brady Corbet.
La recensione entusiastica di THR descrive The Brutalist come "una monumentale sinfonia dell'esperienza degli immigrati" con una performance "devastante" di Adrien Brody nel ruolo di Tóth.
Il titolo che concorre al Leone d'oro infatti è stato giudicato come "magistrale" e "monumentale" da diverse persone persone del settore.
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Una ricezione entusiastica
L'embargo non dovrebbe cadere prima di domani, quindi dovremo aspettare altre 24 ore per le recensioni, ma sappiamo già che le reazioni alle proiezioni stampa di questo pomeriggio, che si sono svolte contemporaneamente in Sala Darsena e in Sala Perla, sono state incredibilmente positive.
The Brutalist dura 3 ore e 35 minuti, comprende un'ouverture, un intervallo di 15 minuti ed è girato in 70 mm. L'interpretazione di Adrien Brody è stata acclamata come il miglior lavoro della sua carriera e gli apprezzamenti probabilmente lo porteranno a ricevere una nomination all'Oscar. Si dice che anche Guy Pearce e Felicity Jones abbiano fatto un ottimo lavoro.
In termini di storia, portata, attenzione ai dettagli e ambizione, sono stati fatti paragoni con Il petroliere di Paul Thomas Anderson e C'era una volta in America di Sergio Leone. Si dice che il film di Corbet sia di natura classicista, ma anche straordinariamente unico e diverso da tutti i film che lo hanno preceduto.
Il titolo racconta la storia di un architetto visionario (Brody) e di sua moglie (Jones). Fuggono dall'Europa del dopoguerra per ricostruire la loro eredità e allo stesso tempo riescono ad assistere alla nascita dell'America moderna. Tuttavia, le loro vite vengono cambiate per sempre da un misterioso e ricco cliente (Pearce).
The Brutalis, che Corbet ha co-sceneggiato con Mona Fastvold (Il mondo che verrà), è stato girato in VistaVision dal direttore della fotografia Lol Crawley. Il principale riferimento tematico per il film sarebbe il libro La fonte meravigliosa di Ayn Rand.