Le minacce di Donald Trump di bloccare l'uscita di The Apprentice, film sulla sua vita in concorso a Cannes 2024, non hanno certo spaventato il regista di Ali Abbasi. In conferenza stampa, il cineasta di origine iraniana ha risposto con ironia evocando le possibilità di vittoria di Trump alle prossime elezioni.
"Tutti parlano di lui che fa causa a molte persone, ma non parlano del suo tasso di successo alle prossime elezioni", ha detto il regista, suscitando le risate dei giornalisti presenti. Parlando di elezioni, Ali Abbasi ha aggiunto: "Abbiamo questo evento promozionale, le elezioni americane con noi, quindi speriamo che il film possa uscire a settembre".
Tornando su note più serie, il regista ha aggiunto: "Se fossi Trump, ora me ne starei seduto nel mio ufficio in Florida o a New York pensando 'Questo idiota iraniano liberal si fotta, è una cospirazione contro di me'. Lui è ossessionato, ma se vedesse il film non penso che lo disprezzerebbe, credo che sarebbe sorpreso. Sarei felice di incontrarlo e parlare con lui della mia opera".
Un ritratto controverso di Donald Trump
The Apprentice segue l'ascesa di un giovane Donald J. Trump Sebastian Stan) dagli anni '80, quando inizia a muovere i primi passi nel settore immobiliare, fino a imporsi come imprenditore grazie al suo mentore, lo spietato avvocato Roy Cohn (Jeremy Strong).
Il film sta facendo discutere Cannes per via della presenza di una scena di stupro in cui Trump aggredisce sessualmente la sua allora moglie Ivana Trump, interpretata da Maria Bakalova. La prima ex signora Trump, morta nel 2022, aveva parlato di violenza sessuale negli anni successivi al divorzio della coppia, ma poi aveva ritrattato l'accusa nei decenni precedenti la sua morte.
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Ma Ali Abbasi chiarisce che The Apprentice "non è un film su Donald Trump, è un film sul sistema e su come il potere agisce sul sistema. Roy Cohn era un esperto nell'usare questo sistema. Se c'è una ideologia che sottende il film è l'ideologia umana; ho voluto decostruire l'immagine mitologica mostrando come, che sia sia il più terribile mostro o l'uomo più onesto della Terra, alla fine die conti siamo tutti umani. Questo non significa giustificare o essere d'accordo col personaggio in questione".