Il regista Terry Gilliam e l'attore Ian Hart, protagonista del grande cinema britannico da Ken Loach a Neil Jordan fino ad Harry Potter, alzeranno domani il sipario dell'Umbria Film Festival 2010. Fino all'11 luglio a Montone, la XIV edizione della kermesse umbra accende ancora una volta i riflettori su film indipendenti, o ancora in cerca di un distributore italiano, ma forti degli applausi e dei premi conquistati nei principali festival internazionali. Il regista di Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo', attualmente impegnato nella preparazione del suo nuovo film, The Man Who Killed Don Quixote, sarà in piazza per dare il via ufficiale alla XIV edizione dell'Umbria Film Festival. Seguirà l'anteprima italiana di A Boy called dad, viaggio nella middle class inglese firmato da Brian Percival. Al centro del plot Robbie, quattordicenne ìrabbioso con il mondo per l'abbandono del padre, che improvvisamente si ritrova catapultato nell'età adulta con un figlio a carico. Nei panni del padre agognato, l'attore inglese Ian Hart (protagonista di Terra e libertà, Michael Collins e Fine di una storia) che, insieme al produttore Michael Knowles, sarà ospite di Montone.
Ancora in anteprima italiana, arriva dalla Danimarca A Family, Premio Fipresci all'ultima Berlinale. Accompagnato dalla regista Pernille Fischer Christensen, già Orso d'argento nel 2006 con la sua opera prima A Soap, il film racconta la lotta tra aspirazioni e doveri di una giovane donna, avvolta dai tentacoli di una famiglia danese. Dal red carpet di Los Angeles e sulla scia delle polemiche nate in Giappone, dove a fatica è riuscito ad uscire in sala, arriva The Cove' (10 luglio), Oscar 2010 come miglior documentario. A metà tra giornalismo investigativo e thriller ecologico, il docufilm di Louie Psihoyos ha come protagonista Ric O'Barry, celebre addestratore di delfini della popolare serie TV Flipper divenuto uno dei più accaniti sostenitori del boicottaggio dei parchi acquatici. The Cove, paradisiaca laguna giapponese per cetacei, è la sua ultima battaglia.
Dalla Teheran degli ayatollah, pronta a sbattere in galera registi del calibro di Jafar Panahi per aver girato un documentario scomodo, proviene il vincitore della Settimana della critica di Venezia 2009 Tehroun. Girato con attori non professionisti e in digitale, per superare il vaglio della censura, è un viaggio nei bassifondi dolenti e violenti della capitale, chiamata 'Tehroun' nello slang dialettale, firmato dal quarantenne iraniano, ma trapiantato in Francia, Nader T. Homayoun e raccontato con il ritmo dei gangster movie. A chiudere la rassegna un'altra anteprima italiana, ancora una volta proveniente da Oltremanica: Glorious 39 di Stephen Poliakoff. Dopo un decennio di fiction tv il 57enne regista londinese ha scelto un thriller familiare per il suo ritorno al grande schermo: i segreti di una famiglia british doc, intrecciati con i fili della Storia dell'estate del 1939, vigilia della Seconda guerra mondiale. Nei panni della protagonista Romola Garai affiancata da un cast stellare: Julie Christie, Christopher Lee, Corin Redgrave, Jenny Agutter, Bill Nighy.
Ma non solo. Parti integranti di Umbria Film Festival sono anche il concorso internazionale di corti per bambini, la sezione Umbriametraggi dedicata ai filmaker nati o residenti nella regione e la sezione 'Migranti', patrocinata dal Ministero del Lavoro e in collaborazione con la Regione Umbria, che quest'anno si confronta sulle politiche legislative europee, nazionali e regionali sull'immigrazione. L'appuntamento con la tavola rotonda 'Cittadini del mondo: come condividere diritti e doveri nella nuova Italia multi culturale' è per il 9 luglio presso l'Oratorio San Fedele di Montone.