Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, J.J. Abrams perché Avengers: Endgame lo ha incoraggiato

Star Wars: L'Ascesa di Skywalker conclude un importante capitolo della saga e J.J. Abrams svela cosa ha provato con la fine dell'Infinity Saga con Avengers: Endgame.

Star Wars: L'Ascesa di Skyalker conclude un importante capitolo della saga stellare, un po' come accaduto alcuni mesi fa all'Infinity Saga con il cinecomic Avengers: Endgame e il regista J.J. Abrams ha commentato il difficile confronto.

Il filmmaker, intervistato da Simon Mayo per BBC 5, ha raccontato che aver assistito alla conclusione di un percorso durato 11 anni e composto da 22 film è stato molto utile. J.J. Abrams ha dichiarato: "Ho pensato che abbiano compiuto un lavoro brillante ed era lo stesso, ma è diverso. E vedere che si poteva concludere qualcosa in quel modo è stato incoraggiante. Ma era, ovviamente, abbastanza diverso e si è trattato più di una fonte di ispirazione e un modo per ricordare che si poteva riuscire a concludere in modo soddisfacente la storia".

Il regista ha poi spiegato le difficoltà vissute nel pensare al compito di scrivere la parola fine alla storia degli Skywalker: "George Lucas ha fatto sembrare tutto così semplice e non lo è. Quindi guardare i precedenti otto film è qualcosa che ti rende umile e ti fa capire che per alcune persone si tratta di una religione, e ti spinge a riflettere sul modo in cui si devono prendere tutti questi elementi e decidere quali racconti, tematiche e personaggi far continuare nell'ultimo capitolo. Quindi ha fatto parte del processo ed è stata fonte di ispirazione e al tempo stesso mi ha un po' intimidito".

Abrams ha poi sottolineato che è stato più complicato concludere la trilogia che farla iniziare con Il Risveglio della Forza: "Si trattava di concludere la storia di nove film, non tre".
Il filmmaker ha ammesso di essere consapevole che non tutti i fan sarebbero stati felici di Episodio IX (di cui potete leggere la nostra recensione di Star Wars: L'Ascesa di Skywalker ): "Ovviamente si sentiva la pressione legata a quali sarebbero state le rivelazioni, le scelte. Ogni scelta che avremmo preso - letteralmente ogni scelta, racconto, design, location - avrebbe fatto piacere a qualcuno e avrebbe fatto infuriare altri fan. Quindi sapevamo che si trattava di non provare a soddisfare chiuque o, sicuramente, tutti perché non avrei saputo farlo e non penso di voler affrontare qualcosa di così ambizioso. Ciò che si vuole fare è qualcosa che susciti la sensazione che sia giusto, ed è quello che ho provato a fare".

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