Per evitare fughe di notizie dal set di Scream 3, nemmeno gli attori sapevano esattamente quale sarebbe stato finale del film. Questo perché il regista Wes Craven girò tre finali diversi, senza dire al cast quale sarebbe stato usato nel montaggio definitivo.
Una strategia necessaria dopo quanto accaduto con il secondo episodio, il cui copione fu parzialmente diffuso in rete - pratica poco comune ma comunque dannosa nel 1997 - e successivamente rimaneggiato mentre le riprese erano già in corso. La cosa fu anche oggetto di un inside joke nel film stesso: gran parte della trama si svolge infatti sul set di Stab 3, sequel del lungometraggio basato sugli eventi del primo capitolo, e gli attori sono all'oscuro del finale del film.
Questo tipo di dettaglio contribuì alla fama non buonissima di Scream 3, che a vent'anni dall'uscita è ancora generalmente ritenuto il peggior capitolo del franchise, principalmente per l'eccessiva quantità di riferimenti autoironici (anche se alcuni, come il cameo di Carrie Fisher nei panni di un'attrice che le assomiglia, sono tra i momenti più alti della saga) e per l'assenza dello sceneggiatore Kevin Williamson, sostituito da Ehren Kruger (e poi reintegrato per il quarto episodio, uscito nel 2011).
L'accoglienza non eccelsa ai tempi, dovuta forse anche al successo di Scary Movie che metteva alla berlina il meccanismo satirico di Scream, portò alla sospensione del franchise per oltre dieci anni, fino all'uscita di un quarto lungometraggio, sempre con Wes Craven alla regia, e poi alla realizzazione di una serie televisiva, senza la partecipazione degli autori originali (Williamson è citato come soggettista per il primo episodio solo perché riprende quasi alla lettera alcune scene del primo film). Si parla ora di un quinto episodio, al riguardo del quale i fan però sono scettici, poiché sarebbe il primo lungometraggio del franchise a essere realizzato senza la presenza di Craven dietro la macchina da presa, poiché il cineasta è morto nell'estate del 2015.