Steven Spielberg e Tom Hanks conservano la loro verve comica anche in conferenza stampa. L'attore, che sembra continuare la gestualità tipica del personaggio che interpreta in The Terminal, ammette di "essere fortunato a fare quello che fa, ma che qualcuno ha fatto dei grossi errori per affidargli tanti ruoli così importanti per tanti film...".
Anche quando gli si chiede delle sue esperienze aeree, dopo aver confessato di essere andato in aereo per la prima volta a 21 anni, dice che ha informazioni molto più importanti da dare sulle fermate degli autobus!". E' insomma un Tom Hanks a cui piace gigioneggiare, anche se a fine conferenza stampa se ne va un po' di fretta mentre Spielberg, con la faccia come un bambino, non vorrebbe mai finire di firmare autografi.
Il regista afferma che Schindler's List e Salvate il soldato Ryan sono i suoi film preferiti, ma che "quando decido di dirigere un film è perché la storia è buona, commuove ed è in grado di cambiare dentro qualcosa".
Hanks annuisce e conferma che i film che predilige sono quelli che lasciano qualcosa dentro, non è il genere che conta, perché la verità può esser catturata sia da un dramma sia da una commedia, come nel caso di The Terminal.
Per quanto riguarda il mastodontico set, Spielberg ne parla come di un grande regalo, "mi hanno portato lì a occhi chiusi e mi hanno mostrato questa meraviglia", Hanks come di un posto perfetto per lavorare, "potevi ogni giorno cambiare scelta di menù a seconda dei vari stand, c'era davvero di tutto, ci si viveva e lavorava bene".
Se qualcuno parla di condanna all'America di oggi o tira in ballo Bush i due glissano, preferiscono tenere il tutto molto leggero, senza polemiche, anche se il regista afferma che il film è un omaggio all'esperienza degli emigranti, e l'attore ricorda che Viktor vede solo l'aspetto "cosmetico" degli States, e non gli interessa, lui vuole solo portare a termine la sua promessa e tornarsene a casa sua, una realtà che conosce meglio.
L'ultimo omaggio di Spielberg è allo stesso Hanks: "Tom ha creato certe scene che non erano nella sceneggiatura originale, come ad esempio una di quelle con la telecamera di sorveglianza, le sue risorse sul set fanno decollare il film". E in un aeroporto non poteva essere altrimenti...
Ma c'è spazio anche per una star di casa nostra: l'attore Giorgio Pasotti interviene alla conferenza stampa per la presentazione del film Volevo solo dormirle addosso, nell'ambito della rassegna Venezia Mezzanotte. Un ruolo difficile il suo, con varie sfumature, come ammette lo stesso attore: "L'idea che a inizio film risultassi antipatico non mi dispiaceva, ma poi il mio è un personaggio che fa soprattutto tenerezza, è più vittima che canaglia, è il braccio armato di un sistema più grande. La sua vita cambia, ha un conflitto interno, vuole opporsi ma non può".
Pasotti è anche protagonista di un paio di scene bollenti, ma il nudo, come personaggio non lo imbarazza: "Io faccio parte della categoria dei timidi e quindi per fare questo mestiere non posso far altro che appoggiarmi interamente al personaggio. Io come Pasotti devo escludermi, divento completamente Marco Pressi e allora le scene di nudo riesco a farle senza problemi. Ma come Giorgio Pasotti non farei di certo un calendario".
Ma, dietro le quinte, sembra che ci sia qualche discussione con il produttore: che il manifesto del film lo proponga proprio in questa veste?
Nel film c'è anche un piccolo cameo di Carlo Freccero: "L'ho fatto con convinzione ed entusiasmo - dice uno degli ultimi estromessi eccellenti dalla Rai - ma anche perché ero forse nel mio periodo depressivo e ben si adattava al mio personaggio. Comunque, nel mondo della cultura immateriale, è normale essere sempre sottoposti a giudizio e quindi essere tagliati, proprio come succede ai malcapitati personaggi del film".