La vita di Rino Gaetano si interruppe il 2 giugno 1981 all'età di trent'anni a causa di un incidente stradale. Ne La ballata di Renzo, canzone scritta dallo stesso Gaetano ben dieci anni prima, si narra la storia di un ragazzo che muore in circostanze spaventosamente simili a quelle del cantautore.
Quella sera, tornando a casa, Rino perde il controllo della sua Volvo 343 grigio metallizzato, si schianta contro un camion e quando arrivano i soccorsi è già in coma. Viene trasportato al Policlinico Umberto I dove vengono riscontrate fratture e ferite gravi. L'istituto non ha un reparto attrezzato per le urgenze e il medico di turno prova a contattare altri ospedali ma non c'è nessun posto disponibile. Gaetano muore alle sei del mattino e il suo caso suscita polemiche, un'inchiesta e perfino un'interrogazione parlamentare.
Ne La ballata di Renzo il protagonista viene investito da un'auto e muore dopo essere stato rifiutato da molti ospedali di Roma, perché troppo pieni, mentre i suoi amici, ignari, sono ancora al bar. Nella canzone vengono citati tre degli ospedali che rifiutarono Gaetano per mancanza di letti il 2 giugno 1981: il Policlinico, il San Giovanni e il San Camillo.
Lo scrittore Bruno Mautone, in un suo libro, ipotizza che la morte di Rino Gaetano non sia stata un evento casuale ma che si sia trattato d'un omicidio organizzato dai servizi segreti deviati italiani, probabilmente su commissione di quelli statunitensi, in quanto le canzoni del cantautore calabrese elencavano nomi e fatti che avrebbero dovuto rimanere segreti e che, in seguito, si rivelarono corrispondere alla realtà.
Secondo Mautone, il quale ha studiato la vita e soprattutto le circostanze della morte di Rino Gaetano per decenni, la fonte delle rivelazioni che il cantante inseriva in molte delle sue canzoni sarebbe stata un suo carissimo amico, Enrico Carnevali, il quale morirà pochi mesi dopo un incidente stradale "avvenuto al pari di Rino, sulla Nomentana".