Nonostante il mondo di Blade Runner, film del 1982 che racconta la storia di una metropoli futuristica nel mezzo di una crisi, sembri la perfetta ambientazione per una pellicola fantascientifica, Ridley Scott considera l'opera come "contemporanea" anziché prettamente sci-fi, motivando la sua tesi.
In una videointervista del 1982 con Reelin' In The Years,, Ridley Scott afferma infatti che gli eventi di Blade Runner hanno luogo nel 2019, un futuro che, all'epoca dell'uscita del film, era distante di "solo" quarant'anni. La metropoli dell'opera è messa alle ginocchia a causa del sovrappopolamento, che ha reso il pianeta invivibile. L'obiettivo del regista era quello di inserire questi problemi del mondo attuale in un'ambientazione distopica, più che altro come promemoria del fatto che non avrebbe dovuto trattarsi del futuro desiderato dall'umanità.
"Si spera che ci sia una sorta di separazione dal pubblico e dal film in quel momento, quindi è abbastanza chiaro che stanno guardando un'invenzione, non necessariamente una previsione del futuro. Spero che non sia il futuro" dichiara Scott.
Sottolineando che il film non era una predizione del futuro, Scott è speranzoso del fatto che il sovrappopolamento e il cambiamento climatico siano problemi che verranno risolti in modo da evitare un futuro tanto tetro. Per quanto il nostro mondo sembri distante da quello di Blade Runner, la pellicola ambientata nel 2019 aveva predetto uno scenario vicino al nostro, permeato da interessi capitalisti che hanno deturpato il pianeta e le sue risorse.
Insomma, Blade Runner non può più essere considerato come un film fantascientifico, ma nemmeno come futuristico, perché il "futuro" mostrato nell'opera è parzialmente già parte della nostra vita. La pellicola di Ridley Scott può essere quindi considerata un thriller contemporaneo, e un promemoria costante di cosa l'umanità non dovrebbe fare.