Quentin Tarantino ha confermato che ha intenzione di concludere la sua attività come regista di film, non escludendo di dedicarsi a progetti televisivi, ma esprimendo il suo poco apprezzamento nei confronti dello streaming.
Il regista, intervistato da Deadline, ha ribadito che i lungometraggi devono essere distribuiti nelle sale.
Le idee di Tarantino sulla distribuzione
Riflettendo sul panorama del settore dell'intrattenimento, Quentin Tarantino ha dichiarato: "Ho sempre pensato che i film debbano essere distribuiti nei cinema. E poi arrivano in televisione. Ne ho visti molti in quel mondo. Probabilmente realizzerò il mio ultimo film con Sony perché sono gli ultimi assolutamente, totalmente impegnati nell'esperienza cinematografica. Non si tratta di nutrire il loro network in streaming. Sono impegnati nella distribuzione cinematografica. Giudicano il successo in base ai posti in sala. E giudicano il successo dei film entrando nello zeitgest, non semplicemente realizzando un grande film costoso e poi mettendolo a disposizione in streaming. Nessuno sa nemmeno che è lì".
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Il filmmaker ha poi fatto un esempio: "Non voglio prendere di mira nessuno, ma apparentemente per Netflix Ryan Reynolds ha guadagnato 50 milioni di dollari con questo film e 50 con l'altro e 50 per il prossimo che realizzerà per loro. Non so cosa siano questi film. Non li ho mai visti".
Tarantino ha ribadito: "Non ho nemmeno mai parlato con l'agente di Ryan Reynolds, ma il suo agente pensa: 'Bene, costa 50 milioni'. Bene, buon per lui che sta realizzando così tanti soldi. Ma quei film non esistono dal punto di vista culturale, è quasi come se non ci fossero nemmeno".
Quentin non ha però un'opinione totalmente negativa dello streaming e non crede che abbia rovinato in modo definitivo il cinema: "Penso che sia andata in quel modo e che la pandemia abbia accelerato tutto".