Da molti anni ormai siamo abituati a vedere poster cinematografici curatissimi dal punto di vista tecnico e grafico, e almeno per quanto riguarda i film sui quali Hollywood gioca tutte le sue carte non potrebbe essere altrimenti, anche se a volte i poster di oggi sono più "freddi" rispetto alle splendide illustrazioni che campeggiavano sulle locandine dei film fino agli anni Settanta, e in certe occasioni gli abusi di Photoshop sui poster moderni si notano fin troppo.
Va detto anche che ogni "mercato" ha le sue esigenze, e quindi il modo di promuovere un film può cambiare da un paese all'altro, proprio perché è il contesto culturale ad essere diverso (e in certi casi anche i mezzi sono più limitati). I poster cinematografici del Ghana che vi mostriamo in questa pagina però, sono un caso a parte: si tratta di poster disegnati a mano, spesso su sacchi di tela, che servivano a promuovere la proiezione di un certo film quando arrivava (finalmente) in un villaggio. E gli spettatori dovevano accontentarsi di vedere il film riuniti davanti ad un semplice proiettore, non certo in un multisala.
Quello che suscita tenerezza, in questo caso, è il modo in cui i blockbuster hollywoodiani e i film di genere più famosi venivano venduti ad un pubblico che cercava intrattenimento. Film quasi reinventati del tutto, divi completamente trasfigurati e poster ricchi di dettagli inediti: arti mozzati, mostri, animali giganteschi e armi dalle fogge spettacolari. Se pensate che si tratti di croste senza valore, tuttavia, siete in inganno: alcuni di questi poster sono considerati pezzi da collezione, e non mancano i "falsari" che provano a vendere pezzi non originali su Ebay...
Nel poster di Matrix, Laurence Fishburne sembra curiosamente bianco. E rosso di capelli.
La locandina è quella di Intervista col vampiro, ma il titolo si riferisce a qualche fantasma brutale a noi ignoto.
Non perdetevelo, recita il poster di Non aprite quella porta che vede un inedito Leatherface più chirurgo-amputatore che serial killer. L'espressione della tizia ai piedi del poster comunica invece un senso di pace e rilassatezza.
Un Terminator 2 - il giorno del giudizio che ha qualcosa di Scarface, interpretato alla Picasso.
Somiglia un po' al Terminator di prima, ma invece è Tom Cruise in Mission: Impossible II
La cosa più interessante di questa versione di Cujo non è tanto la razza del cane (che dovrebbe essere un San Bernardo) ma l'acconciatura della protagonista. Un classico taglio corto con una spiritosa coda centrale di capelli ricci.
Altro che Roger Moore, James Bond sulla locandina de Agente 007, la spia che mi amava è il primo 007 nero della storia del cinema. E ostenta fascino e sicurezza, mentre la sua bond girl - anche lei nera e affascinante - sembra terrorizzata dall'enorme pescione salta accanto a lei. Solo una cosa non riusciamo a capire: che automobile futuristica è quella dietro i due protagonisti?
Questa locandina di Alien prende spunto da quella di Alien: La clonazione, e le due faccine sorridenti dovrebbero essere quelle di Sigourney Weaver e Winona Ryder. Il coltello invece non sappiamo di chi è, forse di Rambo?
Va bene tutto, anche Poltergeist che non sembrano tali, ma la bottiglia in fondo è più una rappresentazione della "famigerata acqua Perrier" di fantozziana memoria, più che la tequila del film.