Secondo il vero Frank Abagnale Jr. circa l'ottanta per cento di ciò che ha scritto nella sua autobiografia, a cui gli sceneggiatori si sono ispirati per scrivere il copione di Prova a prendermi, è assolutamente autentico. D'altro canto, a sua detta, ci sono molte differenze tra il libro e la pellicola.
Abagnale Jr. sostiene che la sua biografia sia molto veritiera anche se, nel corso degli anni, ha rilasciato molte dichiarazioni a proposito dell'autenticità del film. Secondo lui, ad esempio, dopo essere corso fuori dall'aula non ha mai più visto o parlato con suo padre in tutta la sua vita. Spielberg, tuttavia, ha deciso di inserire una scena in cui i due si rincontrano scena credendo che avrebbe aiutato la narrazione.
Nella sua biografia Abagnale ha scritto che se avesse voluto "organizzare una truffa per bambini" avrebbe mentito sulla sua infanzia. Suo padre infatti non era soltanto un uomo perbene, senza debiti, ma anche una delle sue prime vittime: le prime truffe del ragazzo riguardavano proprio la carta di credito del papà.
Un'altra dinamica di Prova a prendermi che Frank non ha molto apprezzato riguarda il suo rapporto con gli agenti dell'FBI: ebbene si, essi di tanto in tanto inseguivano Abagnale ma lui non ha mai avuto una relazione personale con nessuno di loro e di certo "non li chiamava ogni Natale". Come lo stesso Abagnale sottolinea con logica impeccabile: "Perché avrei dovuto farlo? Non volevo che l'FBI sapesse dove mi trovavo".