Profondo Rosso compie 45 anni, ma in realtà non è invecchiato di un giorno. Tra le scene che non abbiamo mai visto del film, perché non sono mai state realizzate, c'è un inquietante momento di incontro inconsapevole tra l'assassino e il protagonista Marc, a poca distanza dall'iconica sequenza nella quale il killer ci viene spavaldamente messo di fronte senza che ce ne accorgessimo...
Se volete recuperare un ricco campionario di aneddoti sui più famosi e intramontabili film di Dario Argento, potete leggervi la sua autobiografia Paura, dove è possibile trovare anche i dettagli della scena mai realizzata di Profondo Rosso. A detta del regista, di materiale extra ce n'era a bizzeffe, tanto da far lievitare la pellicola a oltre tre ore di durata.
Dario Argento: da Profondo Rosso a Opera, dieci scene per dieci film da incubo
La sequenza presente nella sceneggiatura e poi tagliata era ambientata nell'appartamente della medium Helga, barbaramente uccisa. Dopo la prima visita alla casa, Marc vi fa ritorno per porgere i propri omaggi alla salma, conservata in una stanza mai mostrata prima agli spettatori. Proprio qui, Marc si nasconderà nell'ombra mentre l'assassino torna sul luogo del delitto per far fuori l'unico testimone.
La stanza è in penombra, "illuminata da lunghi ceri accesi", il protagonista si avvicina al cadavere di Helga Ullmann, le accarezza i capelli e poi si fa il segno della croce. "Ad un certo punto, convinto di aver sentito un rumore, Marc volta la testa di scatto" - scrive Dario Argento - "Sembra un'allucinazione, ma ormai Marc e è inquieto. Per precauzione si nasconde in una pozza d'ombra, addossandosi al muro fino a diventare invisibile." Quando il rumore si ripete, lo sente anche lo spettatore: sono dei passi che si avvicinano. Marc trattiene il respiro e resta in attesa. "L'assassino è venuto a cercarlo perché lui è l'unico testimone."
Ma quella con il killer non è l'unica scena che non abbiamo visto in Profondo Rosso. Subito prima della sequenza nella quale Marc perlustra la villa dove è murato il padre di Carlo, Dario Argento aveva inserito in sceneggiatura un piccolo momento di raccordo dove il protagonista combatteva l'ansia fumando uno spinello. Ecco perché nella immagini alla villa Marc non fa altro che girovagare e inciampare di continuo, come se fosse preda di allucinazioni.