Principessa Mononoke avrebbe potuto avere a causa di Harvey Weinstein un montaggio diverso, ma i responsabili dello Studio Ghibli si sono opposti, riuscendo ad avere la meglio sulla volontà del produttore e distributore.
La rivelazione è emersa grazie al libro Sharing a House with the Never-Ending Man: 15 Years at Sudio Ghibli: tra le pagine l'executive Steve Alpert ha infatti parlato della sua esperienza quando il regista si è rifiutato di seguire le richieste.
Nel 1996 Studio Ghibli aveva stretto un accordo con Disney per la distribuzione dei film animati doppiati in inglese e Miramax, che all'epoca lavorava per il colosso dell'intrattenimento. doveva occuparsi della distribuzione nei cinema. La reputazione di Harvey Weinstein aveva spinto i responsabili dello studio giapponese a inviargli una spada da samurai con la scritta "Nessun taglio".
Tra le pagine si rivela ora che l'ex produttore si era infuriato quando Hayao Miyazaki si era rifiutato di ascoltare alle richieste di compiere dei tagli importanti su Principessa Mononoke, facendo diminuire la durata del film da 135 minuti a 90.
Alpert ha rivelato che Weinstein aveva perso il controllo e gli aveva urlato: "Se non riesci a far tagliare a Miyazaki il fottuto film non lavorerai mai più in questo fottuto settore! Mi capisci? Mai!".
Miyazaki, secondo i termini dell'accordo stretto con Disney, aveva il diritto di decidere su questi elementi legati alla distribuzione e ha portato quindi nelle sale il proprio montaggio. Il regista venne comunque bombardato dalle richieste, ma Hayao aveva spiegato a The Guardian nel 2010: "L'ho sconfitto".
Il maestro dell'animazione, inoltre, non aveva approvato l'aggiunta di alcuni suoni e brani musicali in Kiki consegne a domicilio, impedendo quindi ogni modifica alle sue opere.