Pier Paolo Pasolini fu brutalmente ucciso la notte del 2 novembre 1975, percosso e travolto dalla sua stessa auto sulla spiaggia dell'Idroscalo di Ostia. La morte del grande regista e poeta italiano è ancora un mistero mai chiarito, nonostante l'esistenza di una "versione ufficiale" ed il processo ad un ragazzo di 17 anni.
Pino Pelosi di Guidonia Montecelio fu incolpato dell'omicidio di Pier Paolo dopo essere stato fermato la notte stessa alla guida dell'auto dello scrittore. Pelosi affermò di essere stato avvicinato da Pasolini presso la Stazione Termini e da questi invitato sulla sua vettura dietro la promessa di un compenso in denaro. Pino fu condannato in primo grado per omicidio volontario il 4 dicembre del 1976.
Nel settembre 2011, nella sua autobiografia, Pelosi confessa di aver mentito, rivela di aver frequentato il regista per un lungo periodo e parla in termini completamente diversi di Pier Paolo, definendolo "un vero galantuomo". Pelosi, a proposito dell'essersi accollato la responsabilità dell'omicidio, afferma di essere stato minacciato di morte, assieme ai suoi genitori, da parte di uno dei veri aggressori e di aver atteso fino alla morte di sua madre e suo padre prima di poter raccontare la verità.
Un'ipotesi molto gettonata, che si discosta dalla versione ufficiale, collega l'omicidio del poeta alla "lotta di potere" che stava prendendo forma in quegli anni nel settore petrolchimico tra Enrico Mattei e Eugenio Cefis. Pasolini trasformò Cefis in un dei personaggi principali di Petrolio, il romanzo-inchiesta al quale stava lavorando prima della morte. Pier Paolo ipotizzò che Cefis avesse avuto un ruolo nello stragismo italiano legato al petrolio e alle trame internazionali e, secondo svariati autori, il regista fu ucciso a causa di questa indagine.
Altri, invece, collegano la morte di Pier Paolo Pasolini alle accuse mosse dallo scrittore nei confronti di alcuni importanti politici italiani, come quelle relative alla collusione di alcuni politicanti con le stragi della strategia della tensione e, nello specifico, alle parole scritte dal poeta in un articolo del Corriere della Sera intitolato "Che cos'è questo golpe".