Ecco l'ultima recensione di Paul Schrader, geniale regista hollywoodiano. Questa volta parla di The Apprentice di Ali Abassi, che definisce "un film eccellente", ma ammette di essere uscito prima dalla sala perché non riusciva a sopportare di passare 135 minuti in compagnia di Donald Trump.
Donald Trump: un personaggio troppo odioso per Schrader
"The Apprentice è un film che mi fa girare la testa. È un film eccellente, ma richiede di trascorrere 2 ore e 15 minuti in compagnia di una persona superficiale e riprovevole. Non si tratta né di Charles Foster Kane né di Howard Roark. Questo Trump è una persona che, se venisse a casa vostra, fareste uscire dalla porta sul retro. Quindi perché passare 135 minuti di film in sua compagnia? Perché è un ex presidente e un possibile futuro presidente. Dopo un'ora e mezza mi sono stancato e me ne sono andato".
Schrader è uno dei pochi che ha comprato un biglietto per The Apprentice questo fine settimana. A detta di tutti, il film sembra apprezzabile e viene proiettato in quasi 2000 schermi. Ora però, sembra che il titolo avrà un weekend di apertura di solo 1 milione di dollari, il che è assolutamente disastroso per la Briarcliffe Entertainment.
O non c'è un pubblico disposto a guardare un titolo su Donald Trump nel bel mezzo di un ciclo elettorale infestato dai media, solamente 25 giorni prima di scoprire chi tra Trump o Kamala Harris vincerà la presidenza. Oppure i suoi sostenitori sono talmente tanti che non vogliono vedere un film che dipinge il loro favorito come uno sporco affarista.
The Apprentice sta comunque ricevendo recensioni discrete. Attualmente è al 77% su Rotten Tomatoes e al 64% su Metacritic, probabilmente grazie alle interpretazioni dei suoi protagonisti, Sebastian Stan e Jeremy Strong.
Il lungometraggio scritto da Gabriel Sherman, in arrivo nelle sale italiane il 17 ottobre, è ambientato nella New York degli anni '70. Determinato a uscire dall'ombra del potente padre e a farsi un nome nel settore immobiliare di Manhattan, l'aspirante magnate Donald J. Trump - agli inizi della sua carriera - incontra l'uomo che diventerà una delle figure più importanti della sua vita: il faccendiere Roy Cohn.
Vedendo del potenziale in Trump, il controverso avvocato - che aveva ottenuto le condanne per spionaggio contro Julius ed Ethel Rosenberg e aveva investigato sui sospetti comunisti insieme al senatore McCarthy - insegna così al suo nuovo allievo come accumulare ricchezza e potere con l'inganno, l'intimidazione e la manipolazione mediatica. Il resto è storia.