Paolo Borsellino fu ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992, ventotto anni fa, Giorgio Tirabassi, che ha interpretato il giudice palermitano nell'omonima miniserie televisiva di Canale 5, intervistato da La Voce di New York ha ricordato che le scene venivano girate "con un groppo in gola", conoscendo il triste epilogo della storia.
La storia di Paolo Borsellino è stata racconta molte volte, al cinema, al teatro e in televisione, ma Agnese, moglie del magistrato pur apprezzando tutte le interpretazioni de marito, ha sempre detto che il Paolo Borsellino di Tirabassi era particolare, "era lui". Eppure Giorgio Tirabassi aveva risposto di no alla proposta del produttore: "Quando mi proposero Borsellino io avevo 40 anni e avevo anche un po' paura della prova, l'aveva già interpretato Giancarlo Giannini e lì per lì ho detto no. Poi il produttore Valsecchi mi ha detto: "Guarda stai tranquillo, intanto pensaci...".
In un certo senso è stato proprio Paolo Borsellino a convincere Giorgio a fargli accettare la parte, l'attore ci spiega come: "Quando lui parla di coraggio, quando dice che aveva paura, che è una cosa dell'uomo, che è giusto che ci sia, e che vicino ad essa bisogna accostare il proprio coraggio altrimenti vince la paura. Ecco quella è la cosa che va fatta, altrimenti vince sempre la paura, che è un aspetto naturale dell'uomo, ma è proprio per questo che l'uomo deve essere educato a vivere al meglio - spiega l'attore che in quel periodo aveva letto molte delle cose che aveva scritto Borsellino - Alla fine mi sono detto 'ma se lui parla di coraggio da mettere vicino alla paura, proprio lui che sapeva di essere il bersaglio della mafia, forse per me che faccio una prova d'attore sarà molto meno importante, male che va non si fa male nessuno, mi faccio male io e la produzione'. E quindi mi sono deciso ma è stata dura perché ero insicuro, avevo paura".
Giorgio Tirabassi era affiancato dall'attrice Daniela Giordano, che interpretava la signora Agnese, e girare la miniserie per i due protagonisti è stata una sfida continua: "Abbiamo girato sempre con il groppo in gola, io e Daniela Giordano, stavamo sempre con gli occhi lucidi anche alle prove. Spesso le dicevo: 'Aspetta un attimo altrimenti cominciamo a piangere e non ci riprendiamo più' perché dietro a ogni scena sapevamo già quale fosse l'epilogo".
Giorgio Tirabassi crede che Paolo Borsellino dall'alto abbia in un certo senso benedetto il loro lavoro: "Anche nei sottintesi, nelle cose non dette, nel rapporto tra Paolo e Agnese, e quindi c'è stata una stranissima sensazione che ci ha accompagnato per tutto il film. Devo dire che secondo me Paolo lì ci mise una mano in testa perché obiettivamente c'erano sensazioni strane".