Venerdi 14 dicembre il Courmayeur Nori In Festival ha presentato in DocNoir il docufilm Ossigeno di Piero Cannizzaro. Il film è la storia di un cambiamento. Di una vita estrema, feroce, drammatica sfociata nella poesia, nella scrittura, nella pittura. E' la storia di Agrippino Costa. Figlio di un finanziere. Orfano all'età di quattro anni, suo padre si risposa. Con la famiglia emigra nella Torino operaia negli anni '50. E' artefice di mille mestieri, dal fornaio, all'operaio, alla catena di montaggio. Dall'età di 13 anni coltiva la passione della poesia. Parte per la Francia. Nel '68 vive a Marsiglia dove per sopravvivere fa il buttafuori in un bordello. Diventa ladro d'opere d'arte, tra le quali la Venere di Botticelli, ma anche rapinatore di banche. Viene rinchiuso nelle prigioni francesi, svizzere e italiane. In carcere diventa militante dei NAP e poi delle Brigate Rosse senza però mai smettere di scrivere poesie e dipingere quadri. Per le sue follie legate ai continui tentativi di fuga ha scontato vent'anni di prigione fra cui dodici trascorsi nelle carceri speciali. Non ha mai ucciso, ne ferito nessuno. Per cercare di sopravvivere alla follia del carcere, ha tentato l'evasione una dozzina di volte nei modi più disparati... Viene rinchiuso anche in un manicomio criminale. Lo salva dalla pazzia un appello di Franca Rame e Dario Fo.
Questa in sintesi la vita di Agrippino. Un percorso che parte da Mineo (Catania) dove Agrippino nasce nel 1942 e che dopo innumerevoli e tragiche esperienze, approda ad un riconoscimento del Ministero dei Beni Culturali per la sua poesia.
"L'ombra della morte m'indusse a meditare sull'altrove della vita. ... di certo accadde in quell'epoca che iniziai a intuire i limiti delle ideologie entro le quali giocavo la mia esistenza. Dentro di me cercavo e ancora cerco, nel divenire dell'essere, consapevole che nessuna rivoluzione è possibile se non siamo presenti al presente fino all'ultimo respiro. E poi non credo più oramai da tempo in nessuna rivoluzione che non nasca dal profondo bisogno di conoscere se stessi. No, nessuna rivoluzione può dare vita alla vita se parla un linguaggio di morte". Questa è la storia di una trasformazione reale, possibile. Un caso limite, certo, ma metafora del cambiamento che porta Agrippino Costa a dire: "Bisogna morire al passato e rinascere al presente". Oggi Agrippino vive tra Roma e Lecce vicino alla moglie Lucia e ha numerosi figli, due dei quali sono ballerini classici affermati.
"Ossigeno non vuole ripercorrere il terrorismo e nemmeno rievocare il passato, ma raccontare la storia di un uomo che ha dimostrato come attraverso l'arte e la poesia si può risalire da un abisso e come l'arte e la poesia possano aiutare in questo percorso di rinascita interiore." dichiara il regista Piero Cannizzaro. "A differenza di altri miei film non ho voluto inserire immagini al di fuori di quelle del protagonista, proprio per dare più valore al lato umano,alla persona, per concentrarmi di più sul percorso interiore. La narrazione attraverso le parole, nessuna immagine di repertorio o di ricostruzione. Il potere narrativo del racconto e del non mostrare. Solo un piccolo omaggio alla musica salentina e ai suoi paesaggi che conoscevo bene e dove vive il protagonista".