Stasera su RAI 3 in prima serata va in onda Oltre la notte, il film è ispirato all'attentato neonazista di Colonia del 2014 compiuto da un gruppo denominato Nationalsozialistischer Untergrund, ecco la storia vera da cui ha preso spunto il regista Fatih Akın.
L'attentato di Colonia
Il film Oltre la notte è ambientato ad Amburgo, mentre i fatti a cui si ispira sono avvenuti a Colonia. Nel film la protagonista perde nell'attentato neonazista il figlio ed il marito. Nella realtà - fortunatamente - la bomba fatta esplodere non causò nessuna vittima, anche se fece parecchi feriti e danni. L'attentato avvenne il 9 giugno del 2004 a Colonia, i tre neonazisti Uwe Böhnhardt, Uwe Mundlos e Beate Zschäpe, fabbricarono nel garage del loro appartamento una bomba artigianale piena di chiodi che fecero esplodere in un quartiere della cittadina tedesca, abitato soprattutto da immigrati turchi e greci. L'esplosione ferì 22 persone, di cui quattro in modo grave. La bomba danneggiò auto e negozi, rimase completamente distrutto il negozio di un parrucchiere davanti al quale i terroristi avevano parcheggiato l'auto. La polizia escluse che la bomba fosse stata messa da un gruppo terroristico e che potesse trattarsi di un crimine contro le minoranze etniche.
La pista neonazista
Sette anni dopo le indagini presero una svolta. Il 4 novembre 2011 Uwe Böhnhardt e Uwe Mundlos si fecero saltare in aria nel loro camper dopo una rapina fallita ad Eisenach. I servizi segreti li conoscevano dal 1997, anno in cui si diedero alla macchia con la terza componente del gruppo Beate Zschäpe, l'unica donna del gruppo e l'unica rimasta in vita dopo il suicidio dei suoi amici. La ragazza prima di consegnarsi alla polizia fece esplodere l'abitazione in cui vivevano, tra le macerie la polizia trovo alcuni DVD registrati in cui i tre neonazisti confessavano l'omicidio di otto cittadini turchi ed uno di origine greca (i cosiddetti delitti del Kebab), l'omicidio di una poliziotta, 15 rapine in banca e l'attentato di Colonia del 2004.
Il processo a Beate Zschäpe si concluse con la condanna all'ergastolo della donna. La Zschäpe solo nell'ultima fase del processo disse di non aver partecipato a nessun omicidio, chiedendo scusa ai parenti delle vittime per la sua responsabilità morale. Il gruppo neonazista fu riconosciuto colpevole di 10 omicidi, 43 tentati omicidi, tre attentati a danno di immigrati e 15 rapine a mano armata.