Gli oligarchi russi di Vladimir Putin sono dei magnati economici delle ex repubbliche sovietiche che hanno accumulato grandi quantità di denaro durante l'era della privatizzazione russa, che ha seguito lo scioglimento dell'Unione Sovietica negli anni '90. Il termine "oligarca" deriva dal greco antico oligarkhia che significa "comando di pochi".
I primi moderni oligarchi russi sono emersi come imprenditori del settore del business sotto Michail Gorbačëv durante la sua fase di liberalizzazione del mercato. Gli oligarchi russi più famosi dell'era di Putin sono Roman Abramovič, Alexander Abramov, Oleg Deripaska, Michail Prochorov, Ališer Usmanov, German Khan, Viktor Veksel'berg, Leonid Mikhelson, Vagit Alekperov, Michail Fridman, Vladimir Potanin, Pjotr Aven e Vitalij Malkin.
Vladimir, tra il 2000 e il 2004, diede vita ad una vera e propria lotta di potere con alcuni degli oligarchi ed in seguito stipulò un "grande affare" con loro: questo accordo permise agli oligarchi di mantenere i loro poteri, in cambio del loro sostegno e dell'allineamento con il governo di Putin.
Forbes ha elencato ben 36 miliardari di cittadinanza russa aggiungendo alla lista la seguente nota: "Questo elenco comprende uomini d'affari di cittadinanza russa che hanno acquisito la maggior parte della loro ricchezza privatamente, senza ricoprire una posizione governativa". Tra gli oligarchi più celebri figurano Igor Sechin, amico personale di Putin, Mikhail Fridman, fondatore e azionista di Alfa Group, conglomerata che possiede una delle principali banche russe con un patrimonio stimato in 10 miliardi di dollari e Petr Aven, uno dei principali azionisti del suddetto gruppo.