Cosa significa essere un regista del calibro di Refn? Come si riesce a bilanciare lavoro e vita privata? A dare risposta a queste domande è Liv Corfixen, moglie del giovane regista danese, nel documentario My Life Directed by Nicolas Winding Refn arriverà in tv in prima visione lunedì 23 maggio su Sky Cinema Cult HD e Sky Arte HD. In particolare, alle 20.50 andrà in onda una speciale intervista a Nicolas Winding Refn e alle 21.10 il film diretto da sua moglie Liv, My Life Directed by Nicolas Winding Refn.
Il documentario che racconta un momento della vita di suo marito e il suo tentativo di riconciliare una carriera in rapida ascesa come regista di fama internazionale, con il suo ruolo di uomo e di padre. Corfixen segue Refn con la sua macchina da presa mentre l'intera famiglia si trasferisce a Bangkok con lui per sei mesi, per accompagnarlo durante la produzione del suo nuovo lungometraggio Solo Dio perdona. Il film di Corfixen rivela che non è un compito facile dirigere una grande produzione internazionale continuando a doversi occupare del benessere della moglie, delle figlie, dei suoi attori e degli ospiti in visita da Hollywood. Il documentario mostra il lavoro e la vita di Refn nel corso della lavorazione di Solo Dio perdona fino alla premiere mondiale del film al Festival di Cannes. Inoltre il pubblico avrà modo di conoscere particolari unici della vita di Refn, come la bella amicizia fra lui e Ryan Gosling, e il giorno in cui il regista Alejandro Jodorowsky legge i tarocchi ai coniugi Refn e Corfixen.
Osservazioni della regista
Mio marito Nicolas Winding Refn è pieno di contrasti. E' un artista ambizioso, nonché padre delle nostre bambine, Lola e Lizzielou. Decide di girare il suo lungometraggio a Bangkok, e noi, la sua famiglia, decidiamo di seguirlo. Attraverso la mia cinepresa, decido di documentare il suo lavoro e la sua vita privata, in casa, con le bambine. All'inizio non so cosa scoprirò puntando la macchina da presa verso di lui, ma gradualmente le immagini iniziano a rivelare situazioni contradditorie, tante sfumature diverse che restituiscono l'immagine più vera di mio marito. La più vera in questo momento della sua e della nostra vita. Quando lavora, Nicolas è molto motivato e guida la troupe cinematografica con grande chiarezza e precisione. Senza vacillare. Nell'intimità della sua casa, invece, è vulnerabile e ha il coraggio di mettere in mostra i suoi dubbi e frustrazioni. Qualche volta si chiude in se stesso e diventa inaccessibile. Il suo obiettivo è il successo del suo film: lo definisce una partita a scacchi. Allo stesso tempo, cerca di non farsi condizionare dalla brama di successo. Spera di catturare l'ignoto, il non detto, l'astratto. Tutto ciò che non può essere dominato. E' alla ricerca del nuovo, dell'inedito, dell'unico. Il film è fluido, in costante mutamento, il copione non diventa mai una 'bibbia''. Nicolas afferma che ciò che più soffoca la creatività è proprio un'eccessiva certezza. A volte la nostra vita è influenzata dalle emozioni e dai problemi legati alla produzione del film, e siamo sensibili ai suoi cambiamenti di umore. Altre volte si dimentica di noi, di me e delle sue figlie, perché è totalmente immerso nel film, ma in fondo siamo noi la sua sicurezza, il suo nutrimento e il suo amore più grande.