Frances McDormand ha parlato di ciò che le è rimasto della sua avventura in Nomadland e di quanto il sempre più diffuso nomadismo sia da ricollegare all'evoluzione della specie umana e quindi alla voglia di libertà delle persone dopo l'esperienza della pandemia.
A circa otto mesi dalla sua primissima presentazione, avvenuta al Festival di Venezia 2020, Nomadland continua a raccogliere consensi da parte di pubblico e critica. Nel primo weekend di riapertura dei cinema in Italia, avvenuta una settimana dopo la cerimonia degli Oscar, è infatti il film con Frances McDormand a guidare la classifica dei film più visti in sala, con un totale di 429.047 euro di incasso. Proprio l'interprete americana, reduce dalla vittoria dell'Academy come Miglior attrice protagonista, ha descritto a Cinemaexpress l'eredità che il film le ha lasciato ed il fascino cresciuto in lei nei confronti dello stile di vita nomade.
Nel film, McDormand interpreta Fern, una donna che si ritrova ad un bivio e decide di fare le valigie e partire per una nuova vita on the road, con tutte le sfide che una simile decisione comporta. Nel corso dell'intervista, l'attrice ha innanzitutto spiegato cosa l'ha spinta verso Chloe Zhao, vincitrice dell'Oscar per la miglior regia: "Avevo appena visto il film di Chloé, The Rider, che adoro. Mi sono commossa e mi sono chiesta ad alta voce 'Chi è Chloé Zhao?'. In qualità di produttrice, sono stata attratta da questa regista donna che aveva usato i classici del genere maschile occidentale per raccontare una storia universale di trionfo sulle avversità. Potresti chiamarla una scintilla fortuita". McDormand ha anche descritto il modus operandi della regista: "Chloé si è avvicinata a Fern e all'altro personaggio principale, Dave, più o meno allo stesso modo in cui ha fatto con gli attori non professionisti. Ha trascorso del tempo con noi nelle nostre case e nelle nostre famiglie. Ci ha guardato interagire e ci ha intervistati, in un certo senso. Ha creato i nostri personaggi dalla verità delle nostre vite. Questa era una sfida perché Chloé non aveva davvero lavorato con gli attori e David e io non avevamo lavorato con un cast per lo più non professionista. Abbiamo dovuto tutti adattarci e trovare un comodo equilibrio nei nostri metodi individuali".
Nomadland ha permesso alla sua interprete principale di vedere da un altro punto di vista la vita di chi sceglie di vivere in camper e di muoversi sempre da un posto all'altro. "Vivo in una piccola città nel nord della California e lì molte persone vivono così. Dopo aver fatto questo film, non passo più vicino ai miei vicini che vivono nei loro veicoli come facevo prima. Sono molto più curiosa di sapere come vivono e delle scelte che hanno fatto e di riconoscergli la privacy che meritano". McDormand ha quindi collegato questa scelta di vita al periodo storico che l'umanità sta vivendo: "È interessante che ci siano così tante persone sulla strada ora, e penso che sia in parte a causa della pandemia e quindi all'essere rinchiusi per lungo tempo. Le persone stanno rispondendo alla loro voglia di viaggiare e reagiscono ai loro sentimenti di reclusione andando per strada, anche fosse solo per un paio di settimane. Quasi tutti i campeggi nei parchi sono pieni. Lo vedo dove vivo. Penso che la specie umana si stia evolvendo e il nomadismo ne faccia parte. Sfortunatamente, le auto utilizzano combustibili fossili. Forse dovremmo tirare di nuovo fuori i nostri carri Conestoga, quelli trainati dai cavalli del XVIII secolo, e iniziare ad usare quelli!".