Dieci anni dopo l'uscita di Solo Dio perdona il regista Nicolas Winding Refn rivisita l'eredità del controverso film del 2013 e parla di cosa sia per lui l'arte. Il film che è stato fischiato a Cannes di quell'anno, ha dato vita a una serie di polemiche facendo molto discutere per il tono eccessivamente violento e soprattutto per il rapporto incestuoso che il protagonista Julian ha con la madre, ma soprattutto per l'estremo ermetismo di tutto il film, in cui Ryan Gosling pronuncia pochissime parole.
Solo Dio perdona fu descritto da Refn come un "trip in acido vecchia scuola" basato sulla primitività condivisa di sesso e violenza e paragonato dallo stesso a una "buona dose di adrenalina". In una recente intervista a Indiewire, Refn risponde alle controversie spiegando la sua visione sull'arte e sul fare cinema: "Non tutto deve avere un senso. La vita è così strana, quindi perché l'arte dovrebbe essere così realistica?(...). Sono più interessato al non reale".
Recensione Solo Dio perdona (2013)
L'arte come atto di violenza
Alle accuse di eccessiva violenza all'interno del film il regista controbatte : "Oh cielo, l'arte è un atto di violenza in un certo senso. Ha lo scopo di violentarti e ispirarti e toccarti e farti infuriare e anche renderti gioioso e felice e di farti piangere e di intristirti. Voglio dire, le emozioni possono essere violente". La creatività serve proprio a questo, secondo il regista di Drive, è una sorta di catarsi che sublimerebbe i desideri più primordiali dell'uomo che sono sia sesso e violenza ma anche empatia e desiderio di essere connessi. Refn conclude poi: "Il punto è solo sentire qualcosa, specialmente oggigiorno dove tutto sta diventando sempre più difficile da sentire. Sono sempre più interessato agli estremi piuttosto che a ciò che sta nel mezzo". Il regista, quindi, si dice "felice di aver reso questo contributo all'umanità". Solo Dio perdona è ambientato a Bangkok, vede Ryan Gosling nei panni di Julian, ex pugile divenuto gangster, impegnato a vendicare la morte del fratello. Nel cast troviamo anche Kristin Scott Thomas e Tom Burke. Il film ha concorso per la Palma d'oro a Cannes nel 2013, ma venne fischiato ed ebbe una pessima accoglienza.