Tra gli eventi più attesi del trentatreesimo Torino Film Festival c'era la proiezione di Terrore nello spazio, cult movie di Mario Bava recentemente restaurato in occasione del cinquantesimo anniversario. Al di là del film stesso, a rendere appetitosa la serata è stato l'arrivo di Nicolas Winding Refn in veste di presentatore.
E il cineasta scandinavo, amico di lunga data della kermesse sabauda, non ha deluso le aspettative, aprendo la sua presentazione del film con la frase: "Dire che Terrore nello spazio è un B-movie è come dire che i Beatles sono un gruppo decente.", sfidando il preconcetto negativo sulla nozione di film "di serie B".
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Refn ha poi enumerato una serie di ragioni per cui si tratta di un grande film: "Prima di tutto, è uscito negli anni Sessanta, e già questo lo rende un buon film. In secondo luogo, è fantascienza, ma non quella noiosa, fissata con la tecnologia. Qui si parla di filosofia, di religione. Vi sono elementi horror, fantasmi, vampiri. Il design e la scenografia sono straordinari, la fotografia anche. La colonna sonora, sperimentale, è ottima. La recitazione è così così, ma vedendo gli attori in quei costumi viene voglia di scoparseli tutti."
L'autore di Valhalla Rising ha anche un motivo più patriottico per amare il film ("Per me, uno dei dieci migliori film italiani in assoluto"), poiché uno degli autori della sceneggiatura in inglese, Ib Melchior, scomparso quest'anno, era danese.
In chiusura, Refn ha tessuto le lodi del produttore Fulvio Lucisano, anch'egli presente in sala, paragonandolo all'americano Roger Corman. "Sono gli unici due esponenti rimasti del vero cinema pop, e quando non ci saranno più il cinema sarà più povero." E prima di passargli il microfono, il regista nordico ha espresso ancora una volta il suo amore per Bava, con una mezza provocazione: "Se fosse ancora vivo oggi, sarebbe stato lui a dirigere Drive."