Alfonso Cuarón ha sempre difeso la scelta di distribuire il suo Roma con Netflix, definendo la piattaforma streaming il luogo perfetto per massimizzare il numero di spettatori in grado di vedere il suo film. Per il film di Cuaron Netflix ha perfino interrotto la sua tradizione, lanciando il film nei cinema di tutto il mondo tre settimane prima dell'arrivo sulla piattaforma, ma adesso è arrivata la prima frizione. Alfonso Cuaron non sarebbe felice della scelta di Netflix di offrire Roma con i sottotitoli in spagnolo.
Come riferisce il Guardian, Alfonso Cuarón avrebbe criticato la scelta della piattaforma streaming definendola "molto offensiva nei confronti del pubblico spagnolo a cui è stato offerto Roma con i sottotitoli in spagnolo."
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In in'intervista a El País, Cuaron ha sviscerato ulteriormente la questione: "E' limitato, ignorante e offensivo per gli spagnoli. Una delle cose che amo di più è il colore e la tessitura degli altri accenti. E' come se Pedro Almodóvar avesse bisogno di essere sottitolato."
Roma è parlato in una combinazione di spagnolo-messicano e Mixteco (qui potete leggere la nostra recensione di Roma). nonostante le differenze di accento tra spagnoli e sudamericani, per Alfonso Cuaron il divario non è tale da giustificare l'uso dei sottotitoli. L'autore messicano Jordi Soler ha dato ragione a Cuaron commentando su Twitter che la scelta di Netflix è "paternalistica, offensiva e profondamente provinciale. E in più quando dicono 'mamá' [mum], il sottotitolo scrive 'madre' [mother]."
Anche Francisco Javier Pérez, segretario generale dell'Association of Academies of the Spanish Language (ASALE), concorda con Cuarón e Solder e dichiara a El País che i sottotitoli in spagnolo "non hanno senso e sono superflui. Ci sono altre voci regionali, colloquialismi, alcune sono note, altre meno, ma in nessun caso ci impediscono di capire ciò che stiamo vedendo. Inoltre vedi sottotitoli uguali a ciò che stanno dicendo, il nonsense è duplice."
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