Svelato il trailer di Nel mio nome, documentario del regista italiano Nicolò Bassetti che vede Elliot Page in veste di produttore esecutivo. Il film sarà presentato in anteprima al Festival di Berlino 2022 nella sezione Panorama.
Nel mio nome parte dall'esperienza personale di Bassetti: la transizione di genere del figlio Matteo. Il film offre uno sguardo intimo e allo stesso tempo universale alle sfide che si incontrano lungo questo percorso. Nico (33 anni), Leo (30), Andrea (25) e Raff (23) sono quattro amici provenienti da diverse parti d'Italia che vivono a Bologna, e condividono le proprie transizioni di genere - dal femminile al maschile - in diversi momenti della loro vita. NEL MIO NOME segue i protagonisti mentre affrontano con coraggio, giorno per giorno, gli ostacoli di un mondo strettamente binario. Vivere pienamente e dignitosamente la propria vita è per ognuno una questione di sopravvivenza. Qualcosa per cui occorre essere risoluti, avere pazienza e armarsi di tanta ironia.
Nel mio nome è prodotto da Nuovi Paesaggi Urbani con Lucia Nicolai e Marcello Paolillo di Art of Panic. E realizzato con il supporto della Emilia Romagna Film Commission.
Attore, produttore e attivista, Elliot Page si è unito al progetto in qualità di produttore esecutivo. Ecco la sua dichiarazione:
"Quello che rende Nel Mio Nome unico, è la sensibilità e l'attenzione con cui racconta, tutti i diversi pezzi che formano l'identità di una persona. È una meditazione sull'umanità trans e non ho mai visto un altro film come questo. Sapere che Bassetti si è sempre confrontato con suo figlio trans nel corso della lavorazione è una cosa bellissima per me, e penso che quell'esperienza di vita e quell'input siano chiaramente visibili nella prospettiva del film. Sono onorato di esserne parte e non vedo l'ora che lo vedano tutti".
Nicolò Bassetti ha aggiunto: "L'esperienza personale di genitore mi ha permesso, come regista, di trovare la necessaria sicurezza per stabilire un rapporto intimo con i protagonisti di questa storia, costruito su fiducia e complicità. E per condividerne le emozioni. Sono grato a Elliot per la forza delle sue parole, che colgono, con l'efficacia dell'esperienza vissuta, la direzione del mio sguardo. E danno la forza al film di trovare la sua strada nel mondo".