Navalny, il film prodotto dalla CNN sul celebre leader dell'opposizione russa dopo l'attentato che gli è quasi costato la vita, ha vinto l'Oscar per il miglior documentario. Il regista Daniel Roher e la moglie di Aleksej Naval'nyj, fra i più noti oppositori del presidente della Russia Vladimir Putin, hanno parlato del significato del docufilm accettando l'ambito premio durante la cerimonia di ieri sera.
Yulia Navalnaya, la moglie dell'oppositore di Putin, è salita sul palco e ha affermato: "Grazie a tutti voi che siete qui. Mio marito è in prigione per aver detto la verità. Mio marito è in prigione per aver difeso la democrazia. Alexei, sogno il giorno in cui sarai libero e sogno il giorno in cui il nostro paese sarà libero. Sii forte".
Roher, invece, ha inizialmente ringraziato i membri del suo team per poi tornare a parlare del protagonista del suo documentario: "C'è una persona che non può essere qui con noi, stasera. Alexei Navalny, leader dell'opposizione in Russia, rimane in isolamento per quella che lui chiama, e voglio essere sicuro di usare le sue parole: 'L'ingiusta guerra di aggressione di Putin all'Ucraina'".
"Vorrei dedicare questo premio a Navalny e a tutti i prigionieri politici del mondo. Alexei, il mondo non ha dimenticato il tuo messaggio che è di vitale importanza per tutti noi. Non possiamo e non dobbiamo avere temere i dittatori e gli autoritarismi, ovunque si manifestino", ha concluso il regista di Navalny.