Natalie Portman ha spiegato a Mark Harris, autore del libro "Mike Nichols, A Life", che il regista americano è stato l'unico a incoraggiarla all'inizio della sua carriera, diventando un suo vero e proprio mentore senza mai essere viscido con lei, a differenza di tutte le altre persone che ha conosciuto a Hollywood.
Come scrive Harris nel libro: "Avevo diciannove anni, dice la Portman, guardavo Phil [Hoffman] scrivere domande dopo domande sul suo taccuino, e Meryl [Streep] comporre brani musicali come se fossero noccioline nel caso il suo personaggio avesse dovuto improvvisare una canzone. Allora mi sono rivolta a Mike in cerca di aiuto e lui è stato l'unico uomo più anziano che mi ha fatto da mentore senza che ci fosse mai un elemento inquietante in lui o nel nostro rapporto".
"Penso che fosse un vero femminista", spiega la Portman nel libro. "Non c'era niente, niente, niente in lui tranne un uomo che ti vede come un essere umano creativo, interessante e di talento. È la qualità più rara e raffinata in assoluto e non molti registi della sua generazione ce l'hanno."
Come scrive Harris nel libro: "Con la Portman, Nichols è stato attento e protettivo, in particolare nella sequenza dello strip club di Closer, per la quale, su sua richiesta, è stato felice di eliminare parte della nudità. A questo proposito la Portman dichiarò: "Vuole vedere il mio culo nudo meno di quanto vorrebbe vederlo mio padre".