Dalida, pseudonimo di Iolanda Cristina Gigliotti, ha avuto un grande successo in Italia e in Francia fin dagli anni Cinquanta. Nonostante la fama, l'artista si è suicidata a 54 anni. La morte dell'artista arrivò al culmine di una vita costellata da eventi tragici che l'hanno spinta prima nel baratro della depressione, e poi alla convinzione che l'unica via d'uscita fosse togliersi la vita.
Dalida: gli inizi della carriera
Dalida è nata in Egitto, precisamente a Il Cairo il 17 gennaio 1933. Il padre era un musicista, primo violino all'Opera della capitale egiziana. Sia lui che la mamma della cantante erano di origini calabresi. A 17 anni vince il concorso di bellezza Miss Ondine, nel 1954 vince il titolo di Miss Egitto, e grazie a questo, nello stesso anno, viene scelta come controfigura di Joan Collins nel film La regina delle piramidi.
L'incontro con Luigi Tenco
Nel 1956 Dalida incide il suo primo disco, ma il grande successo arriva l'anno dopo, quando incide Bambino, versione francese di Guaglione, canzone napoletana interpretata da Aurelio Fierro. Il brano diventa disco d'oro. Nel 1960 arriva il successo internazionale e in Italia incontra il cantautore Luigi Tenco con cui incide Bang Bang. I due nel 1967 partecipano a Sanremo presentando il brano Ciao Amore. È il festival segnato dal suicidio di Luigi Tenco, Dalida è sconvolta, viene ascoltata come testimone dalla polizia. Qualche giorno dopo tenta a sua volta il suicidio in un albergo parigino, ma viene salvata da una cameriera.
Nel 1968 ha una relazione con un giovane studente del quale rimane incinta. Per abortire ricorre a pratiche clandestine che le tolgono per sempre la possibilità di avere un figlio.
Ritornata a cantare, Dalida ha un grande successo con il brano Mama. Dopo un viaggio spirituale in Nepal, l'artista è una delle protagoniste della scena musicale italiana partecipando a numerose edizioni del Cantagiro, Canzonissima e dei principali programmi degli anni settanta.
Dalida e la depressione
Dalida scompare dalle scene dal 1987. In quell'anno, il 7 marzo, partecipa alla serata dei César, ad aprile registra in Germania un'apparizione nel programma musicale Melodien für Millionen. La trasmissione andrà in onda a novembre, sei mesi dopo la sua morte.
La morte di Dalida
Dopo il suicidio di Luigi Tenco, Dalida fu testimone anche del suicidio del suo ex marito Lucien Morisse. All'inizio del 1987 termina la sua relazione con il medico François Naudy, un altro duro colpo per Dalida. Il 2 maggio 1987, a Parigi, l'artista disdice un servizio fotografico telefonando a Bruno, il fratello minore che le fa da manager. Nel pomeriggio dice alla cameriera che può ritenersi libera per la serata, lei andrà a teatro. Dalida esce da casa e imbuca tre lettere: una per il fratello, una per François Naudy, suo ultimo compagno, e una per un suo amico. Tornata a casa si mette a letto e ingerisce un imprecisato numero di barbiturici accompagnati da un bicchiere di whisky e spegne le luci della stanza. Dalida ha sempre dormito con una luce accesa avendo paura del buio. Sul comodino lascia un biglietto su cui ha scritto, in francese "La vie m'est insupportable. Pardonnez moi" ovvero: "Perdonatemi, la vita mi è insopportabile".