In una nuova intervista con The Guardian, la regista francese Mia Hansen-Løve si è espressa in maniera piuttosto negativa sulla figura del coordinatore dell'intimità, che preferirebbe non avere sul set arrivando a paragonarlo a una sorta di polizia morale.
Mia Hansen-Løve, regista di Bergman Island, appartiene a quei cineasti che pensano che i coordinatori dell'intimità intralcino inutilmente il processo creativo e danneggino la spontaneità.
"Finché non sarò costretta, non userò coordinatori dell'intimità" ha dichiarato. "Non credo di averne bisogno. Sono estremamente sensibile e presto molta attenzione al rispetto che gli attori devono avere l'uno per l'altro. Non ho mai avuto nessun tipo di problema. Non ho mai costretto nessun attore a fare qualcosa. Tutto viene discusso in precedenza e avviene in modo molto fluido. Quindi per me i coordinatori dell'intimità non sono necessari. Se fossi costretta ad avere una sorta di polizia morale sul set, preferirei non filmare quelle scene. Capisco che alcune persone potrebbero sentirsi rassicurate, ma è molto lontano dall'esperienza dei miei set cinematografici".
Mia Hansen-Løve non è la sola cineasta francese a nutrire dubbi sui coordinatori dell'intimità. Quando a Gaspar Noé è stato chiesto della recente comparsa di queste figure in un'intervista con IndieWire, il regista di Irreversible ha risposto seccamente: "In Francia non esistono."