Joshua Malina ha commentato il ritorno di Mel Gibson come regista del quinto episodio del franchise di Arma Letale e si è lasciato andare a un commento sulla cancel culture e sulle passate dichiarazioni antisemite del protagonista di Signs.
Attraverso un saggio pubblicato su The Atlantic, l'attore Joshua Malina ha parlato del ritorno di Mel Gibson al franchise di Arma Letale e di cancel culture. L'attore statunitense ha dichiarato: "Se Gibson è ben accolto al timone del nuovo episodio di Arma Letale, vuol dire che la cancel culture non esiste. Eh sì, è proprio così... Se lui continua a trovare i soldi a Hollywood, la cancel culture non esiste!".
Ovviamente, Joshua Malina si riferisce alle dichiarazioni antisemite di cui si è reso protagonista Mel Gibson. Durante un arresto risalente al 2006, TMZ ha riportato una serie di commenti del regista del prossimo Arma Letale nei confronti degli ebrei, ritenuti "responsabili di tutte le guerre del mondo". Malina ha dichiarato: "Utilizzare il termine 'antisemita' per indicare Mel Gibson è troppo delicata. Lui è un odiatore di ebrei. Le sue dichiarazioni contro gli ebrei sono tutte ben documentate. Ad esempio, una volta, ha chiesto a Winona Ryder se fosse un'ebrea al forno... La Passione di Cristo è un attacco al mio popolo e una calunnia nei confronti di un popolo descritto come un assassino collettivo felice di uccidere Gesù".
Malina ha anche citato le registrazioni di Gibson che minaccia e usa insulti sessisti verso l'ex fidanzata Oksana Grigorieva pubblicate da Radar nel 2010. "E' indiscutibilmente vero che i principali obiettivi del pregiudizio di Gibson sono gli ebrei, ma ciò che mi sconvolge è che Hollywood sta trascurando anche la sua profonda misoginia e le incursioni nel razzismo contro gli afroamericani", ha detto Malina.
L'attore riconosce l'enorme talento di Mel Gibson ma non nega il fatto che molte persone discutibili riescano a produrre arte straordinaria. Malina ha dichiarato: "Sono un grande fan di Roald Dahl, Pablo Picasso e Edith Wharton; non ne ho mai abbastanza delle loro opere. Ma questi tre hanno avuto il buon gusto di morire. Questo rende molto più facile godere della loro produzione. Mel Gibson è vivo e non serve che compaia in giro così spesso".