Dopo le recenti rivelazioni di Matthew McConaughey in merito a quando ha subito abusi sessuali da ragazzo, l'attore premio Oscar ha spiegato perché non è sceso nei dettagli di questi episodi.
Nel suo libro autobiografico Greenlights, recentemente pubblicato, Matthew McConaughey ha rivelato di aver subito abusi sessuali in due occasioni.
La prima terribile esperienza l'ha avuta a 15 anni, la seconda quando Matthew McConaughey è stato molestato da un uomo a 18 anni e aveva perso i sensi nel retro di un furgone.
Ma l'attore non ha mai approfondito il discorso perché non ritiene che possa esserci "alcunché di costruttivo nel raccontare i dettagli". Durante un'apparizione nel programma di di Tamron Hall di venerdì, al Premio Oscar è stato chiesto perché ha accennato a questi episodi nel libro, senza descrivere altro e l'attore ha sostenuto che: "a meno che non sia utile ad altre persone per superare traumi, sentivo che se avessi aggiunto dettagli, sarebbero serviti soltanto per voyeurismo."
"Potevano essere uno scoop che sarebbe rimbalzato su tante testate: "Leggi i dettagli di quando Matthew è stato molestato" o "Leggi di quando è stato ricattato", e questo sarebbe stato l'approccio più sbagliato possibile", ha spiegato McConaughey. "Nel libro lo scrivo chiaramente che non mi sono mai sentito una vittima. Quei due eventi mi sono accaduti a 15 e 18 anni. Se mi fossero accaduti quand'ero più giovane, forse sarei stato più confuso."
Continuando, ha aggiunto: "Penso che avere quella chiarezza di aver capito cosa mi sia capitato, è il motivo per cui penso non mi ha segnato o confuso in seguito, né mi ha lasciato con una visione irrealistica del modo in cui il mondo dovrebbe funzionare".
Parlando del suo libro, l'attore ha dichiarato che "Tenevo un diario da 36 anni; un paio di anni fa, mia moglie mi ha dato un calcio nel sedere per dire: 'Sei stato abbastanza tempo seduto con quel diario, senza farlo vedere a nessuno. Adesso è il momento. Vai fuori e pubblicalo.'"
Attraverso il suo libro, Matthew McConaughey ha descritto: "molte luci rosse e gialle, come quelle un semaforo, che durante la mia vita mi hanno fatto fermare, per poi diventare con il tempo verdi", ha spiegato, descrivendo il motivo per cui ha intitolato il suo libro "Greenlights". "Con il tempo ho affrontato anche cose difficili, tragiche: la morte di una persona cara, è un semaforo rosso - per me, andare avanti senza mio padre è stato un grande semaforo rosso - ma poi ho notato quando ho guardato nei miei diari quanto... le cose che mi ha insegnato lo tenevano in vita grazie a ciò che ho imparato da lui e dall'uomo che cerco di essere ogni giorno. Questa è una luce verde".