Nessuna eliminazione strappalacrime (almeno non per noi), nessuna impennata di gusto o di stile, MasterChef Italia 13, con la quarta puntata, procede lento verso l'obiettivo. Che a questo punto forse non è tanto trovare il migliore chef amatoriale d'Italia quanto portare a casa anche quest'edizione. Nel frattempo ci si gode il tragitto. E per una volta va benissimo così. Perchè in fondo, in queste ultime ore di festività, quando la maggior parte di noi vive abbracciata a una stecca di fazzoletti e a confezioni di antibiotici, di assistere ai goffi trionfi di qualcuno che, solo per il saper muovere una padella si sente unto dal signore delle pancette e delle quaglie, non se ne sente proprio la necessità.
Le nostre pagelle della quarta puntata di MasterChef Italia 13
Chef Alex Atala - voto 9
Complice dello stato d'animo più rilassato (almeno per noi spettatori da casa) è certamente la presenza dello chef brasiliano Alex Atala, due stelle Michelin al D.O.M. di San Paolo. Altro che sacro fuoco della passione culinaria: lui candidamente ammette che era arrivato in Europa, molto giovane, per il punk rock, e che un corso di cucina era stato solo il mezzo per rimanerci più tempo. Senza immaginare che quella sarebbe diventata la sua passione e la sua vita.
Lo chef brasiliano porta nello show di Sky quattro suoi piatti, tanti ingredienti nativi del suo Paese e soprattutto un'idea: non mettere mai nel piatto quello che tu non mangeresti e ciò che viene prodotto senza rispettare il pianeta. Un concetto essenziale a cui MasterChef fa da amplificatore.
Alberto - voto 8
La masterclass dell'edizione 13 non brillerà di talenti cristallini (fatta eccezione forse per Eleonora, se è sempre tra i migliori un motivo ci sarà) ma non è neppure così scarsa come si potrebbe pensare. É più che altro una classe "timida", come Alberto, il responsabile della pescheria veneto. Partito da impiattamenti essenziali a dir poco e da porzioni molto, molto minimal, si sta lentamente trasformando nella bella promessa dell'annata. Merito degli insegnamenti da pescivendolo dei Quartieri Spagnoli di Cannavacciuolo? Chissà...
Settimino - voto 8
Dice di sentirsi rinato grazie a MasterChef. E noi diciamo grazie a Settimino per la ventata di buonumore che porta di puntata in puntata, per le battute volontarie e non. E per il romanticismo di quel piatto, L'Italia vegetariana stringe la mano col Brasile, che commuove anche chef Atala. Figuriamoci noi.
Niccolò - voto 7
Gli ipocondriaci, a meno di non doverci convivere, fanno sempre simpatia. Lui per di più è medico, dunque avrà sempre un posto assicurato tra i preferiti del pubblico. E dopo la prima prova finisce pure tra i migliori per i giudici con il suo "cervo d'oro". Peccato che poi le sbagli un po' tutte, dall'attacco eccessivo e un po' immotivato a Michela, fino alla "svendita" della golden pin per un piatto che, dopo due mediocri, si sarebbe salvato tranquillamente da solo. Non il fine stratega che ci aspettavamo. Però fa simpatia (e un po' di tenerezza).
Michela - voto 6
Donne toro con le corna, donne con le palle (contro uomini, dice lei, senza), donna, rigorosamente sola, al comando, Strega Nera di MasterChef 13. L'immaginario in cui Michela si muove ha a che fare con la forza violenta, da un lato, ma facilmente trasformabile in vittimismo. Perchè tutto il mondo è contro di lei, come riflette Niccolò, anche i giudici. Poi però comincia a cucinare (ed è la sola eletta a cui viene concesso l'assaggio dei piatti di Atala) e ricorda a tutti perchè lei è ancora in gara.
Kassandra - voto 1
Michela sarà anche la cattiva dell'edizione 13 ma Kassandra è l'antipatica. E arrogante. E dalla lacrima troppo facile. Nella scena della spuma col sifone abbiamo tutti tifato strenuamente per il sifone. L'epilogo ce ne ha dato ampiamente ragione. Davanti a Cannavacciuolo che cercava di suggerire soluzioni, lei ha addirittura contestato. Non possiamo che abbracciare la chiosa di Locatelli: "Kassandra risulti molto arrogante, ti sta cercando di spiegare una cosa e tu proprio non ascolti".
Marcus - voto 6,5
"Non sono intelligente come molti pensano, sono un po' biondo" afferma con una certa ironia il povero Marcus, il primo svedese capitato nelle cucine di MasterChef Italia. E come una bionda qualunque sta per cedere al panico durante lo Skill Test. Ma poi si ricorda che nel mondo esistono due tipi di svedesi: quello medio e Zlatan Ibrahimovic. Con il suo gambero in tucupì conquista i palati di giudici titolare e giudice ospite, dimostrando chi è il concittadino a cui vuole somigliare.