L'ottava puntata di MasterChef 12 ha visto l' eliminazione di Nicola e Oliver. quest'ultimo era uno dei favoriti. Fatali i dolci e le tecniche di cottura della pasta Ecco il riassunto e il video racconto della puntata.
Tra le radici culinarie degli aspiranti chef, la sempre temutissima prova di pasticceria e una spettacolare prova in esterna alle pendici del Monte Cervino, in Valle D'Aosta, MasterChef Italia continua la propria gara alzando ancor di più il livello tecnico delle prove organizzate dai giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli. Una gara che continua a essere serrata e piena di colpi di scena, tra cui le due eliminazioni inattese: hanno dovuto togliere il grembiule Nicola, per il quale i dolci si sono confermati vero e proprio tallone d'Achille, e Ollivier, che si è messo alla prova sulla pasta risottata, tecnica da lui non conosciuta, non riuscendo però nell'impresa di apprendere al volo i segreti di questa tipologia di cottura.
A inizio serata, la classe si è dovuta confrontare con cinque piatti - in gran parte vegetariani - della tradizione regionale italiana, pietanze che gli aspiranti chef hanno trovato nascoste sotto la Golden Mystery Box. Per la Liguria sotto la cloche si è nascosta la "Mesciua spezzina", piatto povero della tradizione di La Spezia; per il Lazio la "Vignarola", tipico contorno romano; per il Trentino Alto Adige c'è stato il "Tortel di patate"; a seguire, la cosiddetta "Incapriata" tradizionale pugliese (piatto a base di fave e cicoria); per la Campania, "'O sicchio d'a munnezza", un piatto invernale creato con la frutta secca avanzata dalle feste di Natale.
A partire da queste proposte, i concorrenti in gara hanno dovuto raccontare le loro radici preparando un piatto vegetariano della tradizione, ma in chiave moderna. Gli chef, secondo il meccanismo della Golden Mystery Box, hanno deciso di assaggiare solo i piatti migliori, consentendo a chi si è distinto in questa prova di accedere direttamente in balconata, e i migliori sono stati Hue con il suo piatto "Il Miracolo" (cubetti di riso con gomasio, riso venere saltato, tofu marinato al rabarbaro e salsa di fagiolini), Sara con "Marocco Holidays" (nidi di pasta kataifi con fagiolata piccante, crema di fave, patate e menta e hummus alla curcuma), Edoardo con "Babushka" (patata fritta su maionese al limone con salsa di carote, acqua di piselli e cipolla sottaceto), e Mattia con la sua "Cipolla al quadrato" (cipolla cotta in aceto e spezie, ripiena di crema di cipolla e cipollotto croccante con salsa di vin brulé).
Nessun attimo di pausa per gli altri, attesi da un Invention Test caratterizzato da una delle prove più temute ogni anno, la pasticceria: protagonista è stato il dolce per eccellenza della tradizione casalinga, la crostata, dessert tanto antico quanto perfetto. Ospite in Masterclass lo Chef Maître pâtissier Gianluca Fusto, uno dei più talentuosi pasticceri d'Italia, che si è distinto anche a livello internazionale per le sue numerose collaborazioni. Lo Chef ha presentato quattro creazioni legate alle quattro stagioni dalle quali i cuochi in gara hanno dovuto trarre ispirazione per creare le loro preparazioni, che dovevano consistere in crostate capaci di unire la tradizione e un loro tocco personale: unici requisiti richiesti, la presenza di frolla, crema e frutta. Come da tradizione, quella di pasticceria si è rivelata una prova insidiosa e carica di pressione per tutti, risultando fatale per uno degli aspiranti cuochi: gli assaggi dello Chef Gianluca Fusto e dei tre giudici, infatti, hanno fatto togliere il grembiule di MasterChef Italia a Nicola, 20enne studente di scienze gastronomiche di Ravenna e ora a Parma, per il quale ancora una volta, come già successo in un paio di prove in esterna precedenti, il dolce è stato fatale. I piatti migliori, invece, sono risultati quelli di Ollivier e Lavinia, a cui è toccato il compito di formare e guidare la propria brigata nella nuova e ardua sfida in esterna, che ha avuto luogo alle pendici della maestosa vetta del Monte Cervino, in Valle D'Aosta.
Vista la location mozzafiato e spettacolare, per entrambi la formazione della propria brigata si è basata sul principio di fiducia della "cordata", tipica degli alpinisti, che scalano legati insieme dalla stessa corda: con Ollivier, nella Brigata blu, c'erano Francescone, Bubu, Edoardo, Laura e Hue; Lavinia invece aveva con sé Leonardo, Roberto, Mattia e Sara. Il menù per entrambe prendeva spunto dalla tradizione culinaria valdostana: per i blu "Seupa à la vapelenentse", una tipica zuppa locale, e il Cordon bleu alla valdostana con insalata di mele Renette Canada, daikon e maionese; per i rossi sformatino di pasta brisè con porri e lardo di Arnald IGP con salsa ai frutti rossi e un capriolo alle erbe di montagna, con polenta concia valdostana. A scegliere i piatti migliori 25 guide alpine e sciatori, 21 dei quali hanno votato a favore dei rossi di Lavinia, proclamati quindi vincitori della prova.
La Brigata blu ha dovuto invece indossare il grembiule nero del Pressure Test, che era incentrato sulla cottura della pasta. Una volta illustrate sei tecniche di cottura del piatto per eccellenza della nostra tradizione culinaria - il "Forno combinato a vapore", il "Microonde", la "Risottata", la tecnica cosiddetta "Passiva", quella "Bruciata" e quella "Bollita" - e assegnate, con una "staffetta", ognuna di queste a un concorrente, in 45 minuti ciascuno di loro ha dovuto proporre il proprio piatto di fatta cotto alla perfezione: la pasta risottata di Ollivier è risultata la peggiore, con grande consapevolezza da parte dell'aspirante chef di origini franco/croate e ora a Parma, che ha quindi dovuto abbandonare per sempre la gara.