Dopo i recenti flop, Marvel è finita sotto il mirino dei media. Neppure nella fiorente compagnia costola della Disney è tutto rose e fiori. Non sono pochi i cineasti che hanno deciso di sganciarsi dallo studio dopo aver saggiato il metodo di lavoro o che rifiutano di collaborare a priori. Un nuovo report pubblicato dal Nation e intitolato The Rise and Fall of the Marvel Cinematic Universe farebbe luce sui retroscena meno noti al grande pubblico, focalizzandosi soprattutto sula mania di controllo di Kevin Feige che arriverebbe a passare avanti ai registi decidendo personalmente certe inquadrature.
"La novità apportata da Kevin Feige è stata strappar via il controllo del processo creativo da registi e sceneggiatori, gestendo la produzione cinematografica fin dai vertici. Nel corso degli ultimi 15 anni, Feige ha prosciugato ogni briciola di divertimento dall'MCU, sviluppando un'ossessione per le interconnessioni, continuità e Easter egg IP invece di permettere ai suoi cineasti di abbracciare le loro idiosincrasie".
Inizialmente, Kevin Feige era più favorevole a che i registi ottenessero la libertà di cui avevano bisogno per realizzare il loro film. Nel 2008, Jon Favreau ha diretto Iron Man, che ha dato il via all'MCU, con un Feige più indulgente che ha permesso al cineasta di usare l'improvvisazione e l'istinto creativo.
Tuttavia, man mano che l'Universo Marvel si ingrandiva, aumentava anche l'ego del suo CEO. Il suo piano gigantesco era collegare tutti i film Marvel in questa visione poliedrica che aveva creato nella sua testa. Secondo il report, Kevin Feige ha "rinunciato a ingaggiare registi di forte temperamento per evitare ostacoli nella realizzazione del suo progetto. Registi, sceneggiatori e artisti degli effetti visivi non rientrano realmente nel calcolo".
Il caso di Edgar Wright
Il Nation si sofferma poi sull'uscita di scena da Ant-Man del regista inglese Edgar Wright, "un giovane regista fantasioso con uno sguardo personale" salito a bordo della corazzata Marvel senza rendersi conto delle restrizioni creative che Kevin Feige stava per imporgli.
Wright ha scritto una sceneggiatura per Ant Man, ma quando il "metodo Marvel" ha avuto pieno effetto si è reso conto degli impedimenti alla realizzazione del suo progetto. Il suo entusiasmo sarebbe svanito quando iniziò a ricevere appunti non solo da Feige, ma anche da Joss Whedon (che fungeva da zar per tutte le proprietà intellettuali legate ai Vendicatori) e da un consiglio di dirigenti legati ai giocattoli e ai fumetti presso l'ufficio principale della Marvel a New York.
La Marvel riparte e Kevin Feige riorganizza gli studios: ecco i cambiamenti in arrivo
A un certo punto, uno degli sceneggiatori interni della Marvel ha modificato la sceneggiatura di Wright lasciando il regista "inorridito". Un'enorme quantità di dialoghi è stata alterata e sono stati "introdotti riferimenti al più ampio MCU". Una settimana dopo, mentre stavano per iniziare le riprese, il cineasta ha abbandonato il progetto, sostituito da Peyton Reed.
L'articolo dettaglia, inoltre, il controllo della Marvel sui cineasti che viene esercitato su quei mestieranti "che fanno ciò che vuole lo studio o finiscono per essere maltrattati". Il report conferma le voci sull'ex dirigente della Marvel, Victoria Alonso, diffuse nel marzo 2023. È stato riferito che Alonso avrebbe rimproverato un regista Marvel non meglio specificato sul set, dicendogli "Voi non dirigete i film, siamo noi a dirigerli".
La regista di The Marvels Nia Da Costa avrebbe confermato tra le righe questa affermazione di Alonso, lasciando intendere che il film non è mai stato veramente sotto il suo controllo e che era in gran parte "una produzione di Kevin Feige, è il suo film. Quindi, penso che dobbiate accettare questo fatto".