Per Martin Scorsese il leggendario Bernardo Bertolucci era "un dio": un'entusiastica folla, composta principalmente da giovani, ha recentemente dato un caloroso benvenuto al regista statunitense alla Casa del Cinema di Roma. Scorsese è stato invitato da Gian Luca Farinelli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, per presentare "Carta bianca", una selezione di film scelti personalmente da lui che sarà proiettata presso Villa Borghese fino al 4 giugno.
Durante l'evento, Scorsese ha avuto l'opportunità di parlare della settima arte e di fare riferimento ai grandi maestri del cinema italiano: "Ho visto Bernardo Bertolucci, alla presentazione di 'Prima della Rivoluzione'. Avevo ventitrè anni, ed ero lì che lo guardavo come se fosse un dio. Un po' fu per ambizione che pensai 'io voglio essere lui'. Ma più di tutto, a sopraffarmi, fu la bellezza del suo film. E ci ho provato, e ci ho riprovato, e ci sono voluti anni, mi ha ispirato molto anche 'Accattone' (di Pier Paolo Pasolini, ndr), ma l'impulso a creare - che c'è sempre stato - è venuto da quel film".
"Da parte mia io provai tanti lavori, fui spesso licenziato e alla fine riuscii a fare Mean streets", ha continuato il cineasta. "Quando lo presentarono al New York Film Festival mio padre e mia madre vennero con me. Dopo la proiezione molte persone andarono intorno a mia madre e lei urlò: 'Sappiatelo tutti: noi a casa nostra non diciamo tutte quelle parolacce che ci sono nel film: non so chi gliele abbia scritte"
Dopo Mean Streets, Scorsese incontrò per la prima volta Federico Fellini: "Ho incontrato Fellini a Sorrento poi venni a trovarlo a Roma. 'Maestro', gli dissi, 'ho tenuto la Cappella Sistina e lei come ultimi appuntamenti in questi miei giorni a Roma'. E qualcuno nella stanza gli disse: 'Federico, sei diventato un vecchio monumento noioso'. Lui mi diede un suo disegno dicendo 'questo è un gran casino. Sai cos'è un casino?', e poi mi consigliò il miglior ristorante secondo lui. Era solo 53 anni fa."