Il Lucca Film Festival/Europa Cinema 2016 prenderà ufficialmente il via stasera con la consegna del Premio alla Carriera a William Friedkin, ma ieri i riflettori erano puntati su Viareggio per l'inaugurazione di Mario, una delle quattro mostre legate alla manifestazione cinematografica e dedicata al grande Mario Monicelli.
La mostra, firmata da Chiara Rapaccini, in arte Rap, pittrice, illustratrice, designer e compagna di Monicelli per oltre 30 anni, e dal fotografo Andrea Vierucci, sarà ospitata fino al 16 maggio dalla GAMC, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani di Viareggio. La Viareggio di Monicelli, località scelta dal regista come sua città d'adozione, a cui rimase legato per tutta la vita.
"Mario non era nato qui, ma ha scelto di essere viareggino" ha dichiarato la Rapaccini, che ha messo a disposizione il suo archivio privato di fotografie per realizzare la mostra. "Ha amato questa città per tutta la vita e mi ha insegnato a fare lo stesso. Diceva che Viareggio era l'ombelico del mondo, che noialtri non potevamo capire perché non eravamo gente di mare. Ricordo bene i suoi racconti, il pescatore Artico e le sue avventure in mare. E ricordo quando Monicelli mi parlava di Ermete Zacconi, Cesare Garboli, Mario Tobino. All'epoca Viareggio era anche un ritrovo di intellettuali".
La Rapaccini ha tenuto a sottolineare come Mario Monicelli abbia sempre portato avanti un'idea di cinema militante, impegnato, e ha ricordato come, all'indomani della tragedia del 29 giugno 2009, in cui 33 persone morirono in seguito al deragliamento di un treno merci che trasportava GPL alla Stazione di Viareggio, il regista fosse immediatamente intervenuto per portare sostegno alle famiglie delle vittime. "Quello di Mario era un cinema sociale, dirigeva commedie, ma era un pensatore, un amante della libertà, un antimilitarista, in tal senso La grande guerra è un manifesto importante del suo suo pensiero. Monicelli era contro il potere costituito, ciò che gli stava a cuore erano le persone ed è subito stato vicino alle famiglie delle vittime della strage, perciò questa mostra è dedicata a loro".
Per la mostra, Chiara Rapaccini si è ispirata alle fotografie del suo archivio privato che ritraggono Monicelli in vari momenti della sua vita, ma mostrano anche frammenti di set, pellicole come Viaggio con Anita, I soliti ignoti, L'armata Brancaleone. Rap ha lavorato sulle immagini con acrilico e punta secca, le ha stampate su grandi lenzuoli di lino per poi intervenire nuovamente con pennello e ricamo. Con la tecnica del fumetto e della scrittura libera ha dialogato con i grandi protagonisti del cinema italiano, Sordi, Mastroianni, Gassman, la Magnani, dando vita a fantasmi fluttuanti che poi Andrea Vierucci ha fotografato all'interno di un'architettura post industriale per "creare un ponte tra grande tradizione del passato e arte contemporanea".