Dopo la presentazione al festival di Cannes e alla rassegna estiva della Cineteca di Bologna, Il cinema ritrovato, arriva per la prima volta in sala il documentario di Margarethe von Trotta e Felix Moeller, Searching for Ingmar Bergman, che sarà presentato dalla nota regista tedesca al cinema La Compagnia di Firenze, lunedì 13 maggio (ore 21.00).
Margarethe von Trotta ha voluto dedicare un film a Ingmar Bergman in occasione del decennale della sua scomparsa, avvenuta nel 2017, vista l'importanza che quest'ultimo ha rappresentato per il suo cinema, come fonte di ispirazione e modello indiscusso. "A Parigi ho visto per la prima volta Il settimo sigillo - ha dichiarato la regista - e ho capito che quello che desideravo fare, nella vita, era "quel cinema" ad ogni costo".
Nel film, ad essere messo in risalto, è il punto di vista di una donna. E' Margarethe von Trotta stessa che diventa narratrice e racconta la visione del cinema e del mondo di un grande maestro, che è sempre stato uno strenuo difensore delle donne: "in me ci sono molte donne", aveva dichiarato il regista svedese. Nel film Searching for Ingmar Bergman, Margareghe von Trotta e Felix Moeller, per rispondere alla domanda su quale sia stata - e sia tutt'ora - l'importanza di Ingmar Bergman per le nuove generazioni di cineasti, incontra registi affermati, di varie parti del mondo, intervistandoli.
Tra le testimonianze del film, quelle di Olivier Assays e Mia Ansen Løve, Liv Ulmann e Gunnel Lindblom, insieme a quella del figlio, Daniel Bergman, regista anche lui, che fa un racconto intimo della figura del padre. E intorno alla figura di Ingmar Bergman anche nipoti, figli, mogli, immortalati in filmati familiari, che si contrappongono alla solitudine - agognata - dell'amata isola di Farö, dove ha vissuto fino alla fine della sua esistenza.
La giornata-evento dedicata al cinema di Margarethe von Trotta, lunedì 13 maggio, al cinema La Compagnia, inizia alle ore 15.00, con il documentario di Barbara Barni, Il respiro dello sguardo. Il film documenta un inedito incontro della regista, alla fine degli anni '90, con un gruppo di studentesse dell'università La Sapienza di Roma. Partecipa alla proiezione la critica e docente di Cinema, Ester Carla de Miro.
Alle ore 17.00, si prosegue con la proiezione del film L'Africana, di Margarethe von Trotta (Germania, Italia, 1990). Ad essere riproposto dal Festival Internazionale di Cinema e Donne è quello che viene considerato un film bergmaniano, specie nella geometria dei personaggi, che compongono e scompongono una tela di relazioni non sempre prevedibili. Un titolo che fa parte dei cosiddetti film "italiani" della von Trotta, per produzione e gran parte delle maestranze. Stefania Sandrelli è Anna, la cooperante italiana che arriva dal Mali a casa di Martha (Barbara Sukova), dottoressa tedesca che vive a Parigi con Victor suo marito (Sami Frey). Tra le due donne e Victor i rapporti variano nel corso della vicenda. Amori e tradimenti mettono in crisi l'amicizia, in un destabilizzante continuo scambio di ruoli. In questo contesto l'Africa entra in gioco come elemento magico, di influenza non razionale, al tempo stesso indiscutibilmente potente.
L'evento è proposto dal Festival Internazionale di Cinema e Donne, diretto da Paola Paoli e Maresa D'Arcangelo.