Da sempre al centro dell'attenzione per i suoi film discussi o per infelici dichiarazioni che gli sono costate il bando da Cannes per anni, Lars von Trier continua sempre a lasciare il segno con azioni spesso ai limiti del surreale. L'ultima ha a che fare con un diamante, esposto al museo M HKA di Anversa, che rappresenterebbe metaforicamente il suo film Melancholia, uscito nel 2011, accompagnato da una presentazione in realtà virtuale dove il film stesso viene proiettato all'interno della pietra stessa.
Provocazione fine a se stessa? Rovello intellettuale o, peggio, intellettualoide? Di sicuro la curiosa installazione sta già facendo parlare di se, tanto che il New York Times l'ha definita senza mezzi termini come "sconcertante". La pietra preziosa è in realtà un doppio diamante bianco da ben 12 carati che si chiama 'Enter' e riempie in completa solitudine la sala del museo di arte contemporanea della cittadina belga, accompagnato dall'altisonante nome 'Melancholia: The Diamond'. Come ha sottolineato lo stesso Lars von Trier su skype, il diamante rappresenterebbe metaforicamente il film Melancholia e ha incise le iniziali del suo nome 'LvT' sul lato grezzo della pietra. La parte non lavorata con quella liscia sarebbero di fatto l'interpretazione letterale dell'apocalisse che avviene nella pellicola, in cui una giovane donna sabota la sua prima notte di nozze mentre sulla Terra sta per precipitare un pianeta chiamato, appunto, Melancholia. Quando però gli è stato chiesto di spiegare meglio, il regista di Dancer in the dark è rimasto elusivo e ha dichiarato lapidario: "Quello che sto cercando di fare è catturare l'umore".
L'idea, a quanto pare, è quella di continuare con tutti gli altri 13 film che ha realizzato fino ad ora. Ad ognuno corrisponderà un diamante diverso, e verranno presentati a istituzioni artistiche in tutto il mondo. La scelta di iniziare da Anversa non è casuale visto che è tutt'ora uno dei principali centri al mondo in cui si producono diamanti tagliati. La mostra, aperta sino al 5 maggio, si deve grazie all'aiuto finanziario della produttrice di lunga data del regista danese, Marianne Slot, insieme ad un uomo d'affari russo, tale Leonid Ogarev. Per il suo prossimo diamante, Lars von Trier ha deciso di prendere ispirazione da Le onde del destino, considerato da molti critici come il suo capolavoro. Diversamente dal primo, intagliato con tecniche tradizionali, il secondo avrà un approccio "più astratto", sottolinea, grazie all'utilizzo della tecnologia laser. Nell'attesa di questa nuova creazione, in Italia, si potrà, almeno vedere la sua ultima, contestatissima, opera La casa di Jack, che uscirà nelle sale il 28 febbraio.
L'ultima fatica del regista danese è stata presentata in anteprima mondiale durante l'ultimo Festival di Cannes, dove ha ricevuto giudizi davvero contrastanti (per sapere cosa ne pensiamo, ecco la nostra recensione de La casa di Jack). The House that Jack Built, questo il titolo originale, è ambientato negli Stati Uniti degli anni '70. Il protagonista è un ingegnere psicopatico che, dopo aver ucciso una sconosciuta, decide di continuare a trucidare donne e bambini per raggiungere un personale traguardo di perfezione.