La regina degli scacchi non avrà una seconda stagione. Anya Taylor-Joy ha spiegato cosa è accaduto nelle scorse ore, e perché il suo account Twitter ufficiale sembrava aver annunciato l'arrivo di nuovi episodi.
Una seconda stagione della miniserie approdata su Netflix nel 2020, non arriverà sulla piattaforma. A darne conferma, come riportato da IW, è stata la sua stessa protagonista. Anya Taylor-Joy ha infatti dichiarato che il Tweet che riportava le parole "La regina degli scacchi seconda stagione", non è reale e che il suo profilo ufficiale è stato hackerato.
"Il mio Twitter è stato hakerato. Ci scusiamo per tutti gli inconvenienti. Non sono io!" Ha fatto sapere l'attrice condividendo la notizia nel suo Instagram Stories. I fan della serie, e della stessa attrice, hanno dunque avuto una risposta che potrebbe non essere quella che sparavano. Se in molti infatti hanno sempre pensato che la serie fosse perfetta con una sola stagione, altri hanno continuato a sperare di poter rivedere l'attrice nei panni di Beth Harmon ancora una volta.
La regina degli scacchi: un post di Anya Taylor-Joy sembra confermare la stagione 2?
Non è la prima volta che l'attrice si ritrova ad affrontare l'argomento di una seconda stagione de La regina degli scacchi. In un'intervista rilasciata a DeadLine, Anya Taylor-Joy aveva infatti dichiarato che la produzione "non aveva mai pensato" a una seconda stagione. "Non se n'è mai discusso. Detto questo, mai dire mai a Hollywood".
Inoltre, proprio in quel periodo, l'attrice aveva aggiunto: "Sarebbe molto interessante vedere come sarebbe Beth come madre, ora che è sobria e più consapevole dei suoi demoni". Sembra però che, almeno per il momento, della serie resterà questa sola stagione che ha conquistato il pubblico in breve tempo.
La serie, creata da Scott Frank e Allan Scott, in cui l'attrice presta il suo volto a una giovane "orfana prodigio degli scacchi che combatte la dipendenza, il sessismo e l'insicurezza nel tentativo di diventare campionessa del mondo", ha vinto 11 Emmy ed è basata sull'omonimo romanzo del 1983 di Walter Tevis.