La Febbre di Gennaro, il documentario del quale vi presentiamo una video clip in esclusiva, segue la storia di Gennaro, un giovane operatore umanitario. Il lungometraggio diretto da Daniele Cini, che sarà disponibile dal 2 aprile su Sky Primafila, Chili, Rakuten Tv, Apple Tv, Google Play, The Film Club, è una storia di solidarietà a sostegno dei più deboli.
Nella video clip che potete vedere qui sopra possiamo dare uno guardo agli accompagnamenti nei villaggi della Colombia: per raggiungerli e portare sostegno alle persone che sfuggono dalle minacce, i volontari umanitari impiegano anche tre giorni di cammino in situazioni disagiate.
Cosa spinge un ragazzo di 19 anni nato e cresciuto a Taranto, figlio di artigiani, a lasciare tutto e dedicarsi anima e corpo ad aiutare gli ultimi nelle zone più a rischio del pianeta? Distribuito da Minerva Pictures, il film documentario La febbre di Gennaro per la regia di Daniele Cini, racconta la storia di Gennaro Giudetti, giovane tarantino di 29 anni che da dieci anni, prima come volontario poi come operatore umanitario, è impegnato ad aiutare i più svantaggiati in contesti di guerra in tutto il mondo.
Prodotto da Claudia Pampinella per Talpa Produzioni, in co-produzione con D4 Srl e realizzato in collaborazione con Medici Senza Frontiere, Associazione Comunità Giovanni XXIII e Sea Watch, La Febbre di Gennaro sarà disponibile dal 2 aprile su Sky Primafila, Chili, Rakuten TV, Apple TV, Google Play e The Film Club.
La Febbre di Gennaro ripercorre la vita di Gennaro che si snoda attraverso un incessante giro intorno al mondo, dalla Colombia in difesa dei contadini locali, alla Palestina dove accompagna a scuola i bambini palestinesi, ai corridoi umanitari per siriani in Libano, poi a bordo di una nave di ricerca e soccorso nel Mediterraneo per passare alle epidemie come Ebola in Repubblica Democratica del Congo e l'emergenza sanitaria mondiale dell'ultimo anno, prima in Italia e ora in Yemen, come operatore umanitario di MSF. Tra il continuo salire e scendere da un aereo Gennaro racconta anche il profondo legame con la sua terra Taranto, dove ogni volta che prepara nuovamente il suo zaino lascia l'affetto della famiglia e degli amici.
"Sono diverse le motivazioni che mi spingono a partire ma una su tutte: non voltare le spalle quando una persona ti chiede aiuto", dichiara Gennaro Giudetti, nel Mar Mediterraneo, a Codogno per il Covid-19, in Congo per l'emergenza Ebola. "E poi anche un senso di giustizia e un forte senso di empatia per chi soffre in un mondo che ormai è interconnesso e noi siamo legati a quello che succede in altre parti del globo. Le guerre dipendono anche da noi". C'è una specie d'irrequietudine, di febbrile bisogno di rendersi utile - lo stesso che ha ispirato il titolo - che emerge continuamente dai suoi racconti e dalle immagini che hanno testimoniato alcuni percorsi della sua vita.
E a proposito della missione in Congo con MSF: "In Congo per esempio - continua Gennaro Giudetti- noi non ci possiamo sostituire allo Stato. Noi siamo una stampella ma non una gamba. Abbiamo contribuito a fermare l'emergenza della Pandemia dell'Ebola che però ritorna ciclicamente. Io lavorando nel team d'urgenza appartengo al gruppo che parte nel giro di 24/48 per l'estero".