La leggenda del mito di King Kong non ha mai smesso di essere presente nella cultura popolare e cinematografica del nostro tempo, riuscendo sempre a catalizzare l'attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori. Il nuovo saggio della casa editrice Tunué: King Kong La «Grande Scimmia» dal cinema al mito e ritorno di Giovanni Russo, che uscirà in contemporanea con il preannunciato successo di Peter Jackson: King Kong, racconta e descrive le origini di questo mito internazionale.
Giovanni Russo inizia, infatti, dal raccontare in maniera attendibile e competente la realizzazione ad opera di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack del primo King Kong nel 1933. Da qui, dopo aver ricostruito la prima tappa, inizia un percorso narrativo su quelle che sono le ragioni, le caratteristiche del mito di Kong, la grande scimmia che rappresenta il rapporto tra natura e uomo: la bestialità umana, la comprensione animale, l'integrazione tra le due entità.
Con un'importante prefazione di Alberto Abruzzese: King Kong Ovvero: può il post-umano distruggere il non-umano?, il nuovo saggio della Tunué si appresta a diventare un ottimo e scorrevole manuale per la comprensione di questo mito; per osservare il capolavoro di Peter Jackson con un occhio più attento ai particolari; per colmare la propria curiosità una volta visto il nuovo remake, che, come afferma Abruzzese deve essere «efficace nel ripetere il mito e non i suoi travestimenti, le sue mode».
King Kong è una delle più potenti rappresentazioni della capacità creatrice e della forza mitica del cinema, uno dei film più importanti della cinematografia statunitense degli anni Trenta, che oggi torna a far parlare di sé, dopo libri, saggi, altri film a lui dedicati in questi cinquant'anni; discendenti, non sempre degni, di un capostipite il cui posto nella storia del cinema non potrà mai essere usurpato.