Il regista David Dobkin ha parlato della sua mai realizzata trilogia di King Arthur, con Kit Harington nel ruolo principale, e del motivo per cui il progetto è morto sul nascere.
Il cineasta, intervistato da Collider per l'uscita del suo nuovo film (la commedia musicale Eurovision Song Contest: la storia dei Fire Saga, su Netflix dal 26 giugno), ha svelato che il lungometraggio arturiano di Guy Ritchie, uscito in sala nel maggio del 2017, è in realtà l'evoluzione di una sceneggiatura che Dobkin aveva sviluppato, sempre per la Warner Bros., con l'intenzione di farne una trilogia. Il problema? La divisione internazionale della Warner, che chiese al regista di sostituire i due attori principali (Kit Harington nel ruolo di Artù e Joel Kinnaman in quello di Lancillotto), considerati non abbastanza famosi all'epoca, alla fine del 2011.
Questa la dichiarazione di David Dobkin: "Gary Oldman doveva essere Merlino. Stavamo cercando di convincere Marion Cotillard a interpretare Morgana, e avevamo in mente Liam Neeson per Galahad. Il modello era quello del Batman di Nolan, dove Christian Bale era circondato da grandi attori, e l'importante era la storia. Non avevamo piani di riserva per il casting. Mostrammo alla Warner il provino di Kit e Joel, e ci diedero l'ok. Era tutto pronto, e poi il reparto internazionale disse che non si poteva vendere il film con loro due nei ruoli principali. Eravamo pronti per girare, e ci dissero di sostituire gli attori."
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Nel mentre, Dobkin girò The Judge, e una volta tornato a lavorare sulla trilogia arturiana scoprì che la sceneggiatura era stata riscritta, e il nuovo materiale non lo convinceva. Subentrò Guy Ritchie, come già accaduto per Operazione U.N.C.L.E., e così nacque King Arthur - Il potere della spada. Quest'ultimo doveva essere il primo di sei film, con l'introduzione di gran parte dei personaggi nei sequel, ma l'insuccesso al box office portò alla sospensione di quei piani.