La moglie di Jafar Panahi, Tahereh Saeedi, ha condiviso un nuovo appello per la liberazione del marito, in carcere da esattamente 200 giorni.
Con un post condiviso su Instagram si sottolinea che si sperava di ottenere buone notizie questa settimana, ma l'attesa liberazione non è ancora avvenuta.
Tahereh ha dichiarato che l'avvocato Saleh Nikbakht, a ottobre, appellandosi alla Corte Suprema aveva con successo messo in discussione i motivi per cui Jafar Panahi è stato arrestato.
La moglie del regista ha sottolineato: "La settimana scorsa era arrivata la notizia che Jafar sarebbe stato rilasciato entro una settimana. Eravamo di nuovo felici e ci sentivamo meglio. Oggi è passata una settimana, e Jafar non è tornato a casa. Sono passati esattamente 200 giorni da quando Jafar è stato imprigionato. Siamo delusi".
Panahi è stato arrestato a luglio a Teheran, dopo essere andato a chiedere notizie dei filmmaker Mohammad Rasoulof e Mostafa Al-Ahmad, che erano stati incarcerati alcuni giorni prima. Le autorità, successivamente, avevano svelato che il regista era stato arrestato a causa della sentenza a sei anni di carcere ricevuta da Panahi nel 2010, a cui sarebbe inoltre vietato girare film e viaggiare, dopo aver partecipato al funerale di uno studente rimasto ucciso durante la "Movimento Verde" e il tentativo di girare un film sulle proteste.
Jafar Panahi e Mohammad Rasoulof stanno bene dopo l'incendio scoppiato in carcere
Nikbakht aveva ribadito che erano passati i 10 anni previsti per la prescrizione, quindi quella sentenza non avrebbe più dovuto essere applicata. La Corte di Appello dovrà dare una risposta entro la fine della settimana, tuttavia per ora non ci sono ancora aggiornamenti. La moglie di Jafar ha quindi sostenuto che si dovrebbe rispettare la legge, che prevede il regista potesse essere rilasciato su cauzione.